Corriere Fiorentino

La Viareggio degli yacht va E quella dei turisti aspetta

Cantieri navali a pieno regime, hotel vuoti. Una città e due volti, estremizza­ti dall’emergenza

- Di Mario Lancisi

Ora di pranzo in un giorno prima della riapertura del 18 maggio. Due foto ci colpiscono. Clic uno. In Passeggiat­a, in una solitudine surreale, un distinto signore — camicia celeste, pantaloni blu, occhiali neri — siede fuori di una libreria chiusa e consuma il suo pasto: panino e bottigliet­ta d’acqua. Clic due. Di là dal molo, in Darsena, in uno sfavillio di arnesi e tute operaie, sulla panchina delle barche ormeggiate e in costruzion­e, alcuni giovani lavoratori dei cantieri navali, mangiano allegramen­te spaghetti allo scoglio, frittura di pesce, lasagne al ragù, comprate in uno dei numerosi ristoranti­ni aperti per l’asporto.

Viareggio è un fazzoletto di terra, 32 chilometri quadrati, 62 mila abitanti e molte anime, che la pandemia e il lockdown hanno reso più distanti, quasi in conflitto tra loro, come la vitalità dei giovani operai della Darsena e il mesto, solitario viaggiator­e della Passeggiat­a, nel cui volto è scolpita la penitenza di questi mesi. Nella Darsena popolare e operaia invece maestosi troneggian­o in acqua yacht dai 40 ai 50 metri di lunghezza, pronti a salpare in mare nel lockdown del privilegio. «La nautica è un’isola sicura. Una volta sanificata la barca, si va in mare senza rischi di contagio», osserva Pietro Angelini, 42 anni, direttore di Navigo, consorzio che associa 150 aziende. Quello viareggino è forse il polo della nautica più importante al mondo. Realizza, spiega il sindaco Giorgio Del Ghingaro, 61 anni, «il 25 per cento del fatturato mondiale dei super yacht». Le barche complessiv­amente sono 1.500, quelle lunghe più di 24 metri una novantina. «I loro proprietar­i? Molti super ricchi stranieri, tra cui anche alcuni capi di Stato», risponde Angelini.

Dopo l’8 marzo, la Passeggiat­a con le sue boutique ha tirato giù i bandoni, la Darsena con i suoi cantieri navali no. «Lavorare in sicurezza è faticoso e complicato ma noi non ci siamo mai fermati. Attualment­e siamo impegnati su tre yacht di oltre 50 metri, per ognuno ci vuole tre anni di lavoro. Una volta terminato un yacht costa intorno ai 30 milioni», spiega Ennio Buonomo, 63 anni, titolare di Codecasa, un’azienda nata nel 1825 (tra i suoi clienti anche Armani e Dolce e Gabbana).

In Darsena, quasi incastonat­a tra i cantieri navali, si trova la piccola chiesetta del porto, costruita nel 1955 da don Sirio Politi, il primo prete operaio, punto di riferiment­o per i lavoratori e gli abitanti del quartiere. Dalle minuscole finestre della chiesetta, dove oggi vive don Luigi Sonnefeld, 80 anni, si vedono i pescherecc­i, i cantieri, il molo, in uno sguardo segreto e magico nascosto dentro l’anima della città. Chiediamo a don Luigi come veda Viareggio: «Rispetto al “deserto” del lockdown, la città si sta riprendend­o, ma è una ripresa contratta, sotto tono, con la spiaggia appena segnata da qualche timido ombrellone chiuso, piantato per ora quasi senza convinzion­e», racconta don Luigi.

Dal 18 maggio con le regole della ripresa ammorbidit­e dal governo anche la Passeggiat­a torna a scommetter­e su una stagione meno disastrosa di quanto gli operatori potessero pensare fino a qualche settimana fa. Suona la carica, il sindaco: «Vedo la città che si risveglia. Riaprono i bagni, a giugno anche il Principe di Piemonte e il Royal. Sarà un’estate all’altezza del passato». Anche se Piero Bertolani, 62 anni, presidente di Confcommer­cio e titolare di 7 negozi in Passeggiat­a, sottolinea che per il commercio è dura.

Durissima. A Viareggio, dove è nato il turismo balneare, di bagni ce ne sono oggi 125. Pietro Guardi, 40 anni, presidente dell’associazio­ne dei balneari e titolare del Leila, al confine con Lido di Camaiore, ritiene che la stagione sarà dimezzata. Per via soprattutt­o degli stranieri che non verranno: «Per fortuna possiamo contare su un zoccolo duro di proprietar­i di seconde case e stagionali». Si punta, aggiunge Maria Grazia Cruciani, 55 anni, Bagno Maestrale, soprattutt­o sui toscani, fiorentini, pratesi, zona del Cuoio e Lucca e anche qualche lombardo che non può permetters­i i prezzi di Forte dei Marmi. Prezzi? Si oscilla. Il costo minimo ad ombrellone a stagione si aggira sugli 800-900 euro, il massimo con la tenda e servizi top può toccare anche i 6 mila euro.

E gli affitti? Daniela Paoli, 49 anni, titolare di una delle agenzie immobiliar­i più importanti della città, non fa che rispondere alle mail di clienti che chiedono l’affitto di una casa, possibilme­nte con giardino o vicina alla pineta, perché, «la gente ha voglia di verde, di aria, di spazi larghi». Aggiunge: «Si registra un ritorno alle seconde case. Diversi clienti mi dicono di preferire la casa all’albergo per evitare gli ambienti comuni». In Passeggiat­a l’affitto di un’abitazione con 4 posti letto costa 3 mila euro al mese e in agosto 4 mila.

Erano disperati, ma dopo la riduzione della distanza dei tavoli a un metro anche i ristoranti tirano un sospiro di sollievo. Dice Abramo Franceschi­ni, 55 anni, ristorator­e in piazza del mercato: «Eravamo intenziona­ti a non riaprire, poi la decisione di ridurre la distanza tra un tavolo e un altro ci ha invogliato a non mollare». Male (per ora) per gli albergator­i, come sottolinea Sandra Lupori, 43 anni, presidente di Federalber­ghi e proprietar­ia di un hotel, vicino a Torre Matilde, il più antico edificio di Viareggio, costruito nel Cinquecent­o: «Le prenotazio­ne sono state cancellate al 90 per cento. Ricordo il panico provato a inizio marzo quando iniziò ad arrivare una sfilza di cancellazi­oni. Mollare? Mai, il 6 giugno riaprirò. Firmerei per fare il 30 per cento delle presenze dell’anno scorso».

Da Torre Matilde si imbocca il caratteris­tico viale dei Tigli, lungo 5 chilometri da Viareggio a Torre del Lago, chiuso dal sindaco alle auto nei fine settimana, pare con successo. Lo si percorre a piedi o in bici. In fondo al viale si trova il campeggio Bosco Verde di Michele Montenagni, 47 anni, che si lamenta: «Quest’anno sarà un bagno di sangue, si prevede infatti una diminuzion­e di turisti del 70 per cento. Peccato perché Viareggio con i suoi otto campeggi detiene il 50 per cento delle presenze di tutto il Comune».

Torre del Lago è anche la capitale dei locali gay. Dal Mamamia al Baddy Monamour. Qui vengono da tutto il mondo, ma per ora è tutto chiuso: «C’è tanta richiesta e tanta paura», spiega Livia Torri, 56 anni, che qui lavora dal 1999. Nel tempio della trasgressi­one e della festa, l’aria è mesta. Sospesa, appunto, tra desiderio e paura.

❞ Il sindaco Vedo Viareggio che si risveglia. Riaprono i bagni e i grandi hotel Sarà un’estate all’altezza del passato

Il parroco del porto Rispetto al deserto del lockdown la città si sta riprendend­o, ma è una ripresa contratta, sotto tono

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 ??  ?? Frittura e spaghetti allo scoglio: il pranzo di alcuni operai in Darsena
Frittura e spaghetti allo scoglio: il pranzo di alcuni operai in Darsena
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Gli ombrelloni distanziat­i nel primo fine settimana di bagni aperti
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Il pranzo di un signore in Passeggiat­a: bottigliet­ta d’acqua e panino

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