Mille in piazza per la scuola «Tutti in classe a settembre»
Genitori, insegnanti e studenti in Santissima Annunziata: «Vogliamo certezze dal ministro»
Ci sono gli insegnanti che si sono fatti in quattro per fare lezione attraverso uno schermo ma vorrebbero tornare a vedere negli occhi i loro alunni. I genitori che fanno fatica a tenere insieme lavoro, figli, lezioni on line e compiti. Alunni a cui manca giocare con i compagni e le maestre, stanche di imparare stando seduti ore davanti a un computer. Ieri pomeriggio in piazza Santissima Annunziata erano un migliaio (un centinaio a Pistoia) per chiedere al governo di riaprire le scuole a settembre in sicurezza, garantendo la didattica in presenza.
La manifestazione organizzata dal comitato «Priorità alla scuola», in contemporanea in varie città italiane, segue la «Lettera a una professoressa» inviata il 18 aprile al ministro dell’istruzione, Lucia Azzolina, che ha ottenuto 85.000 firme ma nessuna risposta dal governo: «Sulle modalità di riapertura a settembre non ci sono ancora linee chiare. A quattro mesi dall’inizio del nuovo anno scolastico la scuola deve essere una priorità per il governo. Servono risorse, tante, ma la scuola se lo merita», afferma Costanza Margiotta, tra i promotori della lettera e tra gli organizzatori della mobilitazione. Per il Comitato la scuola a settembre va riaperta e deve ripartire senza classi a metà o turni, senza didattica a distanza, che è una didattica dell’emergenza, senza sperimentazioni. «La scuola sicura non si chiude» è lo slogan intonato dalla piazza. Genitori, docenti, educatori chiedono al governo più insegnanti, assunzione di precari e precarie, più personale scolastico, più scuole, più educazione all’aperto, più spazi per fare lezione. La proposta è rendere agibili le strutture esistenti e costruirne di nuove, temporanee, sostenibili o utilizzare spazi dismessi. Insomma, servono «più risorse per la scuola pubblica».
In una piazza colorata e rumorosa, in contrasto con le vie del centro fiorentino ancora silenziose, i bambini indossano cartelli con scritto «Voglio rivedere le mie maestre» oppure «Fatti non foste per viver come m’buti», i genitori magliette decorate a mano con lo slogan «Priorità alla scuola». Sotto il loggiato sono appesti striscioni con la frase di Antonio Gramsci: «Istruitevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra intelligenza». «Se si può andare ai giardini dovete riaprire anche la scuola perché fa bene», afferma Niccolò. La piazza è piena, tutti indossano le mascherine, azzurre, bianche nere, fantasia, i bambini giocano e disegnano, mentre dal loggiato gli organizzatori prendo la parola. A terra ci sono dei cerchi fatti con il gessetto bianco che indicano dove posizionarsi per mantenere le distanze, anche se non sempre è facile rispettarle con rigore.
Una mamma racconta la sue esperienza con la didattica a distanza, con tre figli: «Mia figlia era contenta di andare a scuola, ora sta tutto il tempo alla televisione davanti a Peppa Pig, perché noi dobbiamo lavorare». Un’insegnante del comprensivo Le Cure definisce la didattica a distanza un «fallimento»: «La didattica è relazione, si fa anche attraverso lo sguardo, un sorriso». Alcuni suoi alunni sono in piazza ed è felice di poterli rivedere prima della fine dell’anno scolastico. Ad ascoltare le loro voci ci sono anche il vicesindaco di Firenze Cristina Giachi e l’assessore all’Educazione Sara Funaro. «Non ci si può scordare delle scuole e dei bambini», afferma Funaro. «Servono risposte anche per settembre per partire al 100%. Abbiamo avuto linee guida per organizzare i centri estivi, anche sulla possibilità di riaprire i nidi in estate, per la fascia zero-tre, sembra ci si a un’apertura da parte del governo. Ora dobbiamo avere certezze per la ripartenza a settembre».