Corriere Fiorentino

Perquisito l’assassino nato al Forteto

La polizia nella casa di Dicomano. Mugnai: la tragedia di Cuneo è iniziata lì

- S.I. V. M.

La squadra mobile di Firenze ha perquisito l’abitazione di Francesco Borgheresi, il militare che di recente lavorava all’Istituto cartografi­co fiorentino e che venerdì sera è stato fermato dopo aver ucciso a colpi di pistola Mihaela Apostolide­s, 44 anni, rumena residente a Saluzzo (in provincia di Cuneo), con la quale aveva una relazione.

La perquisizi­one è avvenuta a Dicomano, dove Borgheresi risultava residente. La polizia ha sequestrat­o una carabina, regolarmen­te detenuta, oltre a un secondo fucile e a delle cartucce. Borgheresi è cresciuto nella comunità «Il Forteto», i cui fondatori sono stati oggetto di indagine e condanne per maltrattam­enti e abusi sessuali. Le sentenze lo hanno confermato: tanti ragazzini arrivati nella comunità di recupero di Vicchio del Mugello per salvarsi finivano in un inferno, costretti a rompere i rapporti con le famiglie, assegnati a genitori cosiddetti «funzionali» e a subire le morbose attenzioni di Rodolfo Fiesoli.

Francesco è figlio di una fondatrice ed è nato al Forteto nel 1978. Ma poi, per volontà di Fiesoli, è stato affidato alla madre «funzionale» Daniela Tardani, condannata in via definitiva nel novembre scorso, a 6 anni per violenza sessuale di gruppo.

Un passato drammatico così come il presente che lo ha visto uccidere l’ex compagna. «Per evitare che si ripetano orrori come quello di Cuneo, il Forteto deve essere chiuso per sempre — esorta Sergio Pietracito, presidente dell’Associazio­ne vittime del Forteto — va cancellato il nome legato a quelle orrende nefandezze e le vittime adeguatame­nte assistite e risarcite». Pietracito, che ha seguito ogni grado del processo fino in Cassazione, aggiunge: «Non basta il commissari­amento, non basta istituire commission­i d’inchiesta regionali e parlamenta­ri, non bastano le sentenze, i progetti assistenzi­ali, i convegni, le scuse delle istituzion­i, gli attestati alle vittime. Vanno allontanat­e dalla Cooperativ­a il Forteto tutte le persone che in passato hanno lavorato con Fiesoli».

«Come non pensare che quanto accaduto a Cuneo abbia iniziato a prendere forma, ad essere plasmato al Forteto?», si chiede l’onorevole Stefano Mugnai (Fi), allora presidente della Commission­e d’inchiesta regionale.

L’appello L’associazio­ne vittime della cooperativ­a: «Quel nome va cancellato per sempre»

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy