Corriere Fiorentino

Memorie dal Salviatino mentre infuria la guerra

- Di Luca Scarlini

Nell’agosto del 1942 Valentino Bompiani, dopo i bombardame­nti su Milano, fu costretto a trasferire a Firenze la sua casa editrice. Il luogo scelto era la villa appartenut­a a Marsilio Ficino, sopra la dimora di Ugo Ojetti al Salviatino, alle pendici di Maiano. L’editore lascia una memoria di quella dimora nella Via privata, edita nel 1973, come un momento di sospension­e nei deliri della guerra. «Giro tra le aiuole, le siepi e le piante, col cuore fermo, come in un sanatorio. Fuggo, rientro in casa. Se portassi fino in fondo quel disagio mi sembrerebb­e di pensiero in pensiero di impazzire». La guerra impedisce i collegamen­ti, blocca tutto. Poi il suo strepitoso talento organizzat­ivo prende il sopravvent­o: convoca Piero Santi e Antonio Delfini per realizzare la rivista Quaderni letterari, intreccian­do legami con chi tornerà nei palinsesti del marchio milanese, tra cui Romano Bilenchi, Vasco Pratolini, Tommaso Landolfi. Il 25 luglio 1943 apprende a Forte dei Marmi della caduta di Mussolini: nei mesi seguenti incontra numerosi scrittori, tra cui Savinio che dice di non avere mai lavorato tanto, mentre molti altri dichiarano di non riuscire. Tutti i giorni gli si presenta un impiegato, che ha smanie dantesche e vuole pubblicare una infinita Terrena commedia. Nel giugno 1944 l’editore decide di riportare la casa editrice a Milano; di quel momento convulso dà conto il diario editoriale di Silvana Mauri, Ritratto di una scrittrice involontar­ia.

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