Assistenti civici, un gran pasticcio Tanti no anche dai sindaci toscani
Giachi: qui non controlleranno le persone. Conti: iniziativa dannosa. Ma il governo fa già retromarcia
Da Pisa a Firenze, passando da Prato: i sindaci toscani avevano già bocciato l’arruolamento e l'utilizzo degli assistenti civici nelle piazze della movida. Una follia per Matteo Renzi. Poi il salto in avanti del ministro Boccia è stato stoppato dalla retromarcia in serata di Palazzo Chigi.
Scetticismo e bocciature. I sindaci toscani non gradiscono la «carica» dei 60 mila «assistenti civici» che il ministro degli Affari Regionali Francesco Boccia, intende mettere a disposizione dei Comuni per gestire gli ingressi negli spazi pubblici e far rispettare il distanziamento sociale. Dopo le critiche all’interno della stessa maggioranza di governo — sono contro i 5 Stelle e la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese — il salto in avanti di Boccia non ha riscosso favori nemmeno tra i sindaci toscani, nonostante l’iniziativa pare fosse concordata con il presidente nazionale dell’Anci Antonio Decaro.
Il leader e senatore di Italia Viva Matteo Renzi ha definito la «creazione di un corpo degli assistenti civici una follia». Ipotesi di utilizzarli nelle piazze della movida scartata dalla vicesindaca di Firenze Cristina Giachi: «Diciamo subito che non si tratta di poter acquisire in maniera volontaria controllori con un potere paragonabile a quello della municipale. Semmai potrebbe essere un’opportunità per incentivare il reperimento di volontari di protezione civile. Ma non per controllare le persone o i loro movimenti».
Nel tavolo per l’ordine e la sicurezza pubblici in programma a Pisa oggi non si parlerà certo di assistenti civici, bocciati senza appello dal sindaco leghista Michele Conti: «Trovo inutile e dannosa l’iniziativa del governo sull’istituzione di queste figure, sia per il metodo che per il merito. Si rimane basiti nell’apprendere che neanche il ministero dell’Interno era stato consultato preventivamente. I volontari potranno essere impiegati per le attività sociali, non per collaborare al rispetto del distanziamento sociale nei luoghi di maggiore afflusso. Non servono volontari per certificare il buon senso della maggior parte dei cittadini, non servono soprattutto per far rispettare leggi e ordinanze a chi le infrange. Per quello — conclude il sindaco di Pisa — ci vogliono le forze di polizia e personale addestrato e qualificato con competenze specifiche. Affiancare loro volontari senza alcuna esperienza sarebbe un ulteriore problema da gestire per noi sindaci oltre a quelli che il governo ci ha scaricato dall’inizio dell’emergenza».
Perplesso ancheil presidente dell’Anci Toscana Matteo Biffoni. «Ho detto stamane ai miei che degli assistenti civici, nel mio Comune, si può fare anche a meno. Io voglio far riferimento al mio mondo del volontariato, quello che conosco. Se vogliono venire a dare un supporto vengano pure, ma mandare persone che non conosciamo sulle strade improvvisamente è sbagliato, non è una situazione che si presta ad esser gestita da queste figure. Io andrei molto cauto su questa proposta».
Per tutta la giornata di ieri il governo è stato bersagliato sino al punto in cui Palazzo Chigi è stata costretta emettere una nota che certifica il pasticcio e chiarisce i confini del ruolo degli assistenti civici. «Il progetto mira, per il tramite della Protezione civile, a soddisfare la richiesta di Anci di potersi avvalere, per tutta la durata dell’emergenza sanitaria, di soggetti chiamati ad espletare, gratuitamente, prestazioni di volontariato», recita il testo. I volontari, inoltre non avranno la veste di «incaricati di pubblico servizio» e dunque non avranno compiti assimilabili in alcun modo a quelli di un corpo di polizia».
L’affondo di Renzi «Un ministro annuncia la creazione di un corpo di assistenti civici: è una follia»