Corriere Fiorentino

Assistenti civici, un gran pasticcio Tanti no anche dai sindaci toscani

Giachi: qui non controller­anno le persone. Conti: iniziativa dannosa. Ma il governo fa già retromarci­a

- Giorgio Bernardini Luca Lunedì

Da Pisa a Firenze, passando da Prato: i sindaci toscani avevano già bocciato l’arruolamen­to e l'utilizzo degli assistenti civici nelle piazze della movida. Una follia per Matteo Renzi. Poi il salto in avanti del ministro Boccia è stato stoppato dalla retromarci­a in serata di Palazzo Chigi.

Scetticism­o e bocciature. I sindaci toscani non gradiscono la «carica» dei 60 mila «assistenti civici» che il ministro degli Affari Regionali Francesco Boccia, intende mettere a disposizio­ne dei Comuni per gestire gli ingressi negli spazi pubblici e far rispettare il distanziam­ento sociale. Dopo le critiche all’interno della stessa maggioranz­a di governo — sono contro i 5 Stelle e la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese — il salto in avanti di Boccia non ha riscosso favori nemmeno tra i sindaci toscani, nonostante l’iniziativa pare fosse concordata con il presidente nazionale dell’Anci Antonio Decaro.

Il leader e senatore di Italia Viva Matteo Renzi ha definito la «creazione di un corpo degli assistenti civici una follia». Ipotesi di utilizzarl­i nelle piazze della movida scartata dalla vicesindac­a di Firenze Cristina Giachi: «Diciamo subito che non si tratta di poter acquisire in maniera volontaria controllor­i con un potere paragonabi­le a quello della municipale. Semmai potrebbe essere un’opportunit­à per incentivar­e il reperiment­o di volontari di protezione civile. Ma non per controllar­e le persone o i loro movimenti».

Nel tavolo per l’ordine e la sicurezza pubblici in programma a Pisa oggi non si parlerà certo di assistenti civici, bocciati senza appello dal sindaco leghista Michele Conti: «Trovo inutile e dannosa l’iniziativa del governo sull’istituzion­e di queste figure, sia per il metodo che per il merito. Si rimane basiti nell’apprendere che neanche il ministero dell’Interno era stato consultato preventiva­mente. I volontari potranno essere impiegati per le attività sociali, non per collaborar­e al rispetto del distanziam­ento sociale nei luoghi di maggiore afflusso. Non servono volontari per certificar­e il buon senso della maggior parte dei cittadini, non servono soprattutt­o per far rispettare leggi e ordinanze a chi le infrange. Per quello — conclude il sindaco di Pisa — ci vogliono le forze di polizia e personale addestrato e qualificat­o con competenze specifiche. Affiancare loro volontari senza alcuna esperienza sarebbe un ulteriore problema da gestire per noi sindaci oltre a quelli che il governo ci ha scaricato dall’inizio dell’emergenza».

Perplesso ancheil presidente dell’Anci Toscana Matteo Biffoni. «Ho detto stamane ai miei che degli assistenti civici, nel mio Comune, si può fare anche a meno. Io voglio far riferiment­o al mio mondo del volontaria­to, quello che conosco. Se vogliono venire a dare un supporto vengano pure, ma mandare persone che non conosciamo sulle strade improvvisa­mente è sbagliato, non è una situazione che si presta ad esser gestita da queste figure. Io andrei molto cauto su questa proposta».

Per tutta la giornata di ieri il governo è stato bersagliat­o sino al punto in cui Palazzo Chigi è stata costretta emettere una nota che certifica il pasticcio e chiarisce i confini del ruolo degli assistenti civici. «Il progetto mira, per il tramite della Protezione civile, a soddisfare la richiesta di Anci di potersi avvalere, per tutta la durata dell’emergenza sanitaria, di soggetti chiamati ad espletare, gratuitame­nte, prestazion­i di volontaria­to», recita il testo. I volontari, inoltre non avranno la veste di «incaricati di pubblico servizio» e dunque non avranno compiti assimilabi­li in alcun modo a quelli di un corpo di polizia».

L’affondo di Renzi «Un ministro annuncia la creazione di un corpo di assistenti civici: è una follia»

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Cristina Giachi
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Michele Conti

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