La prima festa del dopo quarantena: il 2 giugno dei fiorentini nei musei
Il messaggio del prefetto Laura Lega, che poi va alla Caritas: dalla crisi nascano opportunità
Una festa doppia. Quella della Repubblica celebrata per la prima volta dal prefetto in videoconferenza con le istituzioni e le categorie: «Da questa crisi nascano nuove opportunità» ha detto il prefetto che poi ha messo ha messo in guardia dal rischio di «fratture sociali. Ma è stata anche la festa dei fiorentini a cui è stata dedicata la riapertura di alcuni dei più importanti musei della città. È tornata a essere visibile la casa del David, e anche la Loggia dei Lanzi. Hanno riaperto Le Cappelle Medicee e Palazzo Davanzati. E per un giorno il Museo Bardini Palazzo Vecchio e il Museo Novecento hanno riaccolto la città.
«Guardare avanti con senso di responsabilità e con fiducia nel futuro e nelle istituzioni». È il messaggio della prima Festa della Repubblica «da remoto» del prefetto di Firenze Laura Lega.
È stato un 2 giugno intenso anche se diverso dal consueto quello che si è celebrato ieri: quest’anno, infatti, le misure di contenimento anti-Covid19 hanno imposto modalità differenti da quelle tradizionali per rispettare il divieto di assembramento e osservare le dovute distanze sociali. Nella sala deputata alle riunioni, il prefetto Lega — collegata in videoconferenza con decine di sindaci, con i rappresentanti delle istituzioni regionali, con i deputati toscani, le organizzazioni sindacali, gli ordini professionali, le associazioni di categoria e le confessioni religiose — dopo aver letto il messaggio del Presidente Sergio Mattarella, ha esortato tutti a darsi da fare per «evitare che questa emergenza generi una crisi economica strutturale capace di ingoiare imprese e famiglie. Dobbiamo evitare che questo territorio diventi terreno di conquista per usurai, speculatori selvaggi e per infiltrazioni criminali — ha proseguito il prefetto di Firenze — Lo dobbiamo fare a tutela del nostro tessuto produttivo e sociale con l’impegno di tutti. In parallelo, dobbiamo far sì che da questa crisi nascano opportunità inaspettate e lo possiamo fare con un impegno collettivo riscoprendo una laboriosità etica, correggendo alcune distorsioni, restituendo vitalità a settori abbandonati ed incentivando lo sviluppo di nuove attività e di nuove modalità di lavoro. Dobbiamo evitare la frattura della coesione sociale, rifuggendo ogni strumentalizzazione delle possibili tensioni sociali».
Unità e gioco di squadra per costruire un nuovo futuro per la collettività: questi gli elementi fondanti del percorso da intraprendere che tutti i partecipanti in videoconferenza hanno sottoscritto. Numerosi gli interventi: il sindaco Dario Nardella ha evidenziato come «ora più che mai bisogna essere uniti e bisogna mettere da parte le polemiche per unirsi in un solo partito, il nostro Tricolore». Secondo il presidente del Consiglio regionale Eugenio Giani «dobbiamo rivedere i modelli di sviluppo e di strategia. Ma ciò che abbiamo imparato da questa pandemia è l’importanza del nostro sistema sanitario e il rispetto verso chi si occupa della nostra salute».
E se l’imam Izzedin Elzir e il rabbino Gadi Piperno hanno portato il saluto delle loro comunità, il cardinale Giuseppe Betori ha sottolineato come il lockdown abbia portato in ognuno facendo riscoprire il senso profondo dell’essere comunità.
A fine mattinata, il prefetto di Firenze ha voluto portare il proprio saluto agli operatori della mensa della Caritas in piazza Santissima Annunziata, per condividere con chi è quotidianamente al servizio dei più vulnerabili la Festa della Repubblica. Ai responsabili della caritas ha consegnato due bottiglie di soluzione disinfettante, prodotta dallo stabilimento farmaceutico militare di Firenze, e due mascherine con il tricolore.
❞ Obiettivi Riscoprire una laboriosità etica, correggere le distorsioni e incentivare nuove modalità di lavoro e attività