RESPONSABILITÀ E RISPETTO
Dire che Firenze vive solamente o quasi di turismo è una falsità, clamorosamente smentita dai dati sulla ripartizione del Pil. Semmai sarà l’unica vera fonte del centro storico, svuotato di residenti e attività di ogni genere, tranne quelle legate appunto al turismo. Dalle oreficerie del Ponte Vecchio ai negozi di pellami similfiorentini, ai venditori di paccottiglia varia sui marciapiedi. Non lo diciamo per minimizzare gli effetti drammatici del coronavirus sull’economia, ma per contrastare la campagna scandalosa di chi vorrebbe basare tutta la scommessa del post virus sul ritorno alla situazione di prima, prima possibile. I nostalgici per proprio interesse non possono condizionare tutte le scelte dell’amministrazione, che troppe volte sembra spinta dalla preoccupazione di perdere consenso, nonostante la conclamata volontà di cambiare rotta nello sviluppo di Firenze. Il governo del presente e il disegno del futuro, anche dalle nostre parti, devono poggiare su tre pilastri: verità, trasparenza, responsabilità. Sono i tre criteri che sono venuti meno anche nella discussione pubblica sulla sanità. Proclamare che il Covid-19 è «clinicamente scomparso», come ha fatto un primario dell’ospedale San Raffaele, può essere vero sul piano medicoscientifico (e non possiamo certo essere noi a giudicarlo), ma è quanto di meno trasparente e di più irresponsabile si potesse dire alla vigilia delle ultime riaperture, e cioè i viaggi tra le diverse regioni italiane. E specificare il giorno dopo che tutta la chiave del discorso stava in quel «clinicamente» (e cioè nel computo tra malati, ingressi nelle terapie intensive e guarigioni) è la conferma di una grave sottovalutazione del peso che le parole possono avere su un’opinione pubblica smaniosa per una sua parte di liberarsi di guanti e mascherine. La conferma è venuta nelle ultime ore proprio da Firenze, dove per la gloria del vinaino più famoso del mondo, si è riformata la ressa di via de’ NeriBorg’Unto (copyright Corriere Fiorentino). Che fossero ragazzi di Scandicci o di Ponsacco poco importa. Il pericolo pubblico era evidente e troppo a lungo tollerato dalle forze dell’ordine. Oggi è il 3 giugno: nelle città d’arte e sulla costa della Toscana arriveranno turisti da tutta Italia, e soprattutto dal Nord dove il virus ha mietuto vittime a grappoli. Comincia di fatto l’estate, e nessuno vorrebbe viverla tra chiusure, paure e risentimenti. C’è un solo modo per riuscirci: rispettare le regole e, prima ancora, gli altri. Tutti. Vista l’anarchia crescente degli atteggiamenti, non è facile nutrire fiducia.