Ricomincio da... FR7
Dopo l’infortunio alla caviglia il francese sarà in campo dal primo minuto nella partita contro il Brescia al Franchi Con lui in attacco Iachini ha molte più soluzioni tattiche
Classe, talento, carattere, personalità, leadership. In due parole: Franck Ribery. Inutile girarci attorno. La Fiorentina, senza di lui, non è stata più la stessa. E non è un caso se la crisi che ha poi portato all’esonero di Vincenzo Montella, e ad una classifica ancora oggi da sistemare, è iniziata proprio da quella maledetta partita col Lecce. Era il 30 novembre.
Da quel giorno, il francese, non ha più giocato, perché quell’infortunio alla caviglia che sul momento non sembrava troppo preoccupante si è rivelato, in realtà, un guaio parecchio serio. Adesso però, è tutto alle spalle. E la lunga quarantena imposta dal Covid 19 ha giocato a favore di FR7. Perché è vero, è stato costretto a fermarsi proprio quando stava per tornare tra i convocati, ma senza lo stop il suo sarebbe stato un rientro molto più graduale. Soprattutto, avrebbe pagato un ritardo di condizione rispetto agli altri (compagni e avversari) molto più alto. Invece no. Si è fermato lui, ma si sono fermati tutti. Con una differenza: la testa. Quello straordinario motore che ne fa un giocatore diverso. Un fuoriclasse che, nonostante età e palmares, si è calato nella nuova realtà con l’umiltà e la determinazione dell’ultimo dei ragazzini aggregati alla prima squadra. E le testimonianze di questi giorni non fanno altro che confermarlo. «Ribery è in una condizione psichica e fisica di altissimo livello. Lui è questo: è quello che vuole ripartire più degli altri», ha detto Daniele Pradè. Un comportamento che per l’ennesima volta (raccontano dal Centro Sportivo) ha stupito i suoi stessi compagni, increduli nel vedere come Franck sia ripartito esattamente da dove aveva lasciato.
Con qualcuno in particolare: Federico Chiesa e Dusan Vlahovic. I due gioielli della casa sono stati letteralmente adottati dal 7 che, in questi giorni, si è speso in lunghe chiacchierate piene di consime. gli e suggerimenti. E poi scherzi, battute, carica emotiva. Ovvio, quindi, che la squadra conti soprattutto su di lui per ripartire nel migliore dei modi in una situazione che, inevitabilmente, crea più di una preoccupazione. La domanda è: quali sono le condizioni di Ribery? Risposta: ottiNonostante il grave infortunio e nonostante, rispetto al resto del gruppo, abbia potuto iniziare ad aumentare i ritmi (circa) due settimane più tardi. Avendo vissuto la sua personalissima quarantena in Germania infatti, una volta tornato a Firenze, ha dovuto aspettare altri dieci giorni prima di poter uscire di casa. Proprio quanto fatto a Monaco di Baviera prima e nella sua villa di Bagno a Ripoli poi però, sta alla base della sua sorprendente brillantezza. Non si è mai fermato, Franck. Ha sudato, come e più di prima. Per lui, tra l’altro, lo staff di Iachini aveva stilato un programma personalizzato, che l’ex Bayern ha seguito alla lettera. Stesso discorso per l’alimentazione, che non ha risentito troppo del ramadan. Il fenomeno insomma, è tirato (quasi) a lucido.
E non desta nessun timore un piccolo affaticamento accusato qualche giorno fa. Anzi. Le indicazioni sono tutte (molto) chiare: alla ripresa, contro il Brescia, Franck sarà in campo dal primo minuto. Certo, da lì in avanti andrà gestito (impensabile che possa giocare, sempre, ogni tre giorni), ma averlo a pieno regime, da subito, per Iachini, è un jolly mica da poco. Il tecnico, intanto, sta lavorando a due soluzioni: il 3-5-2 pre coronavirus, col francese e Chiesa in un attacco smart, o il 34-1-2, con FR7 alle spalle di Fede e uno tra Vlahovic (favorito) e Cutrone. Ipotesi, soluzioni, possibilità. Con una certezza. La più importante: Ribery c’è. E scusate se è poco.
Ribery si è subito ripreso il ruolo di trascinatore: «Mentalmente e fisicamente sta molto bene»