Pandolfini torna in sala, dopo mesi di on line
Dal 16 l’asta a Palazzo Ramirez Montalvo. De Bernardi: la crisi non ha fermato i collezionisti
crisi economica innescata dalla pandemia, se per i ceti più poveri ha reso inevitabile la corsa al banco dei pegni, ha invece spinto i collezionisti all’accaparramento di beni rifugio. Ne è certo, dati alla mano, l’amministratore delegato della Casa d’aste Pandolfini Pietro De Bernardi che chiude le due ultime aste on line, di marzo e aprile, con il 97% di venduto e il 200% di esito, rispetto al valore in base d’asta. Parliamo rispettivamente di gioielli e smart wine, due fronti su cui i collezionisti non segnano il passo e nel frangente Covid-19, alla passione hanno aggiunto la determinaa trasformare la liquidità in beni durevoli. La premessa dà slancio alle prime due giornate di incanto dell’anno in programma il 16 e il 17 giugno, con un catalogo ricco di arredi, oggetti d’arte e cornici di pregio, insensibili alle mode e alle curve del pil. «Se l’oro oggi quota 50 euro a grammo – spiega l’ad di Pandolfini – qualcosa significa. So dai miei colleghi gioiellieri che c’è stato un forte incremento di vendita di orologi di pregio, sull’on line. La tendenza rimanda alla preoccupazione che aleggia sulla liquidità in banca. L’on line anche per il futuro rimane un canale importantisLa ora anche ben collaudato ma vale per il lusso, per gli oggetti seriali, il cui valore può essere facilmente controllato, ma non per i quadri o i mobili, che il collezionista mai acquisterebbe in assenza di verifica fisica».
In questi giorni a Palazzo Ramirez Montalvo, sede della casa d’aste, stanno sanificando gli ambienti in vista dell’esposizione, dal 12 giugno. L’ultima asta celebrata in quelle sale è dello scorso dicembre. Un’asta segnata da un curioso aneddoto: «Abbiamo venduto una ciotola Ming a 1,5 milioni di euro a un cliente di Hong Kong che è venuto a ritizione rarla e a saldare il conto il 28 gennaio, due giorni prima che la Cina entrasse in lockdown e chiudesse gli aeroporti. Una gran fortuna per noi, sono certo che l’affare sarebbe sfumato». Nella nuova asta ecco un insieme di lotti già visibili nel catalogo online: tra gli highlights, una ribalta lombarda di metà ‘700, un mobile di raro garbo nelle proporzioni delle superfici, appena mosse, lastronate in radica di noce e definite dalle classiche cornicette nere, stimata 8.000/12.000 euro. Sempre lombardo il cassettone attribuito a Giovanni Maffezzoli e databile inizio ‘800, interasimo,
❞ A dicembre abbiamo venduto una ciotola Ming a 1,5 milioni a un cliente di Hong Kong Ha saldato il conto prima del lockdown
mente lastronato e intarsiato, stima 10.000/15.000 euro. Di periodo neoclassico l’elegante camino francese in marmo bianco decorato da una ricca montatura in bronzo dorato con lesene a voluta, motivi vegetali e volti femminili abbelliti da rami e perline, stima 10.000/15.000 euro.