Pitti, arrivederci a gennaio 2021
Poche adesioni per la fiera di settembre. «Scelta dolorosa, dispiaciuti per la città»
Da giugno a settembre, ma non è bastato rinviare la kermesse di Pitti Uomo a dopo l’estate per convincere brand e compratori. Solo 200 le conferme arrivate (nell’edizione di gennaio 2020 gli espositori erano 1.220), numeri che hanno spinto il Cda di Pitti Immagine a rinviare le fiere al nuovo anno. Un colpo da mezzo miliardo per Firenze, tanto valgono le ricadute di Pitti Uomo sulla città.
L’emergenza Covid aveva fatto slittare l’edizione estiva di Pitti Uomo da giugno a settembre, ma fatti i conti il Cda di Pitti Immagine ha deciso ieri che non conviene: tutto rinviato a gennaio, all’appuntamento invernale 2021 con i giorni della moda fiorentina. Un colpo per Firenze. Un colpo da mezzo miliardo di euro. Tanto vale Pitti Uomo al massimo delle sue potenzialità, con i suoi eventi e la sua fiera della moda, come ricaduta economica sulla città. L’edizione di settembre, dal 2 al 4, sarebbe stata comunque in forma ridotta a causa della pandemia. «Il Consiglio ha preso atto dell’insufficiente numero di conferme di partecipazione e dello stato di perdurante difficoltà delle aziende e ha deliberato il rinvio delle fiere fisiche al gennaio 2021, dando mandato di concentrare per questa estate tutte le energie sulla versione interamente digitale dei saloni» si legge nella nota ufficiale di Pitti Immagine. Saltano anche Pitti Fragranze, Bimbo e Filati. Una decisione votata all’unanimità. «Si tratta di una scelta dolorosa ma necessaria — spiega il presidente Claudio Marenzi — ci abbiamo provato perché era un segnale importante di ripartenza. Mi dispiace soprattutto per la città». Aggiunge l’Ad Raffaello Napoleone: «Da giugno a ora sono stati tre mesi di lavoro appassionato e senza risparmio da parte di tutta Pitti Immagine, con la coscienza di non aver tralasciato niente: dagli investimenti in sanificazione e sicurezza degli spazi espositivi alla progettazione di nuove formule allestitive di qualità e insieme molto economiche, fino alle convenzioni agevolate con le strutture alberghiere della città». Ma i margini per un investimento in sicurezza di fatto non c’erano. «Fino a oggi — aggiunge Marenzi — avevamo avuto conferma della loro presenza da parte di 200 espositori (a giugno scorso ne arrivarono 1.220, ndr). Troppo pochi. Per altro ci chiedevano rassicurazioni sulla presenza di acquirenti globali, che noi non possiamo dare. Come posso dire che tra i venditori sarebbero mancati gli americani, i russi e gli asiatici allo stesso modo posso e possiamo ipotizzare che non sarebbero venuti neanche i buyer da questi stessi paesi».
«L’accordo fatto con chi voleva venire — aggiunge il presidente Marenzi — era di abbattere il costo dello spazio espositivo della metà. Lo avremmo affrontato risparmiando sugli allestimenti. Contavamo di poter accedere a finanziamenti del Governo». Ma... «Fino a ora c’è stata molta incertezza. La recente approvazione del decreto sulla 394-81 (i fondi per l’internazionalizzazione pari a 70 milioni di euro che quest’anno andranno stornati sulle fiere interne ndr.) è un fatto positivo. Ma è appena stato firmato dal terzo ministro competente e deve passare al vaglio della Corte dei Conti». In sostanza i tempi sono troppo stretti e dunque salta tutto anche se non la fiera digitale come spiega Napoleone che precisa: «Continuiamo a sostenere gli espositori con il progetto di fiera digitale Pitti Connect su cui puntiamo tutte le nostre risorse e per cui un decisivo aiuto ci arriva dai fondi dell’Agenzia Ice. E non escludiamo che da luglio a settembre si riesca a dare un contributo alla ripartenza della città, con progetti o eventi autonomi ma coerenti con la nostra politica». In questa direzione per il 2 settembre è in ponte la realizzazione di «un grande evento legato alla moda» anticipa anche se di più non dice. «Da settembre a dicembre — ricorda l’assessore Cecilia Del Re che ha la delega anche alle fiere — ci saranno una serie di attività fieristiche in città. La situazione è delicata e per il momento su Pitti non posso che dire che mi dispiace e capisco. D’altro canto anche noi come Comune abbiamo chiesto sostegno al Governo e anche delle linee guide per l’organizzazione degli eventi, che non sono ancora arrivate». Aggiunge Tommaso Sacchi che ha la delega alla moda:«Sono al fianco di Pitti in questa scelta della quale ho parlato con l’Ad Napoleone. Una scelta difficile ma piena di senso che restituisce la dimensione della crisi che stiamo attraversando. Da domani si lavora per il 2021, una edizione straordinaria segno della rinascita della nostra città».