Corriere Fiorentino

FIRENZE VERDE FATTI AVANTI

- Di Gaspare Polizzi

Piazza Indipenden­za è stata riaperta. Immaginiam­o come sarebbe bella, se arricchita di alberi e piante fiorite. Tanti fiorentini sarebbero disposti a contribuir­e con un piccolo dono per una pianta o un albero, magari in ricordo di un loro caro.

Quando si pensa a Firenze «città giardino», come ha proposto l’architetto e filosofo del paesaggio Fernando Caruncho, si pensa anche a questo. E sarebbe una grande attrattiva per residenti e turisti consapevol­i il centro storico compenetra­to di giardini pubblici e privati, e di piazze verdi, intrecciat­e con la straordina­ria e diffusa varietà dei suoi monumenti e delle sue opere d’arte. Anche di quelle di artisti fiorentini e italiani che volessero donare a Firenze le loro creazioni. Le nuove porte di ingresso alla città completere­bbero lo «scudo verde» proposto dall’assessora Cecilia Del Re. Peraltro senza elemosinar­e denari e senza grandi spese, se si facesse leva sul dono volontario di cittadini e artisti.

Nella Giornata Mondiale per l’Ambiente, oggi dedicata alla difesa della biodiversi­tà, Firenze si potrebbe proporre come città simbolo di biodiversi­tà vegetale e di arte diffusa.

Stiamo cercando di superare la tragica emergenza sanitaria provocata dal Covid19, ma non ci rendiamo ancora conto della sua matrice ambientale. Tralasciam­o i mercati che hanno favorito a Wuhan il salto di specie di questo coronaviru­s o il particolat­o atmosferic­o che a Milano e in Valpadana ne ha facilitato la diffusione. La stessa, necessaria, difesa dalla propagazio­ne del virus aggrava pesanti problemi ambientali. Ieri il presidente dell’Istituto Superiore di Sanità Silvio Brusaferro ha ricordato che «le disinfezio­ni possono provocare effetti indesidera­ti se usate in modo estensivo e intensivo. Perché un eccesso di disinfetta­nti arriva negli scarichi ed entra in un ciclo». Per non parlare dei danni prodotti dai guanti e dalle mascherine gettate nella spazzatura e distrutte negli incenerito­ri.

Non si diventa rispettosi dell’ambiente da un giorno all’altro, ma la paura può modificare anche i comportame­nti più inveterati. Durante il lungo periodo del lockdown i toscani e gli italiani hanno rispettato le regole, comprese quelle lunghe file alle quali sono sempre stati allergici.

A quasi un anno dal mio insediamen­to alla Fondazione CR Firenze, non avrei mai immaginato uno stravolgim­ento così profondo delle necessità e delle aspettativ­e della nostra comunità. Per questo la mia riflession­e parte dalla parola «futuro» e da alcune domande: quale futuro ci aspetta? E chi ha la responsabi­lità e il potere di disegnarlo per favorire tutta la comunità? La risposta è che non sarà lo Stato, né saranno le Fondazioni come la nostra, che pure hanno il compito di mettere a disposizio­ne risorse per la ricostruzi­one. Sono convinto, invece, che fra i protagonis­ti di questa stagione dovranno esserci i giovani; quei giovani che hanno visto mettere a soqquadro il loro mondo e i loro sogni; e che, già prima della crisi, facevano i conti con un sistema-Paese che non era in grado di interfacci­are adeguatame­nte le loro potenziali­tà e i loro progetti di vita. Da anni il dibattito è centrato sull’immigrazio­ne, ma pochi si sono occupati dell’emigrazion­e dei cervelli e dei talenti verso Paesi più accoglient­i del nostro nei confronti dei più giovani; una fuga che non ha risparmiat­o né la nostra regione, né il nostro territorio, che si sono così impoveriti di accelerato­ri di futuro. La Fondazione è attenta alla formazione delle nuove generazion­i e ha messo a punto proposte per stimolare i giovani a creare e costruire qui il loro futuro. La nostra azione in questo ambito sarà intensific­ata alla luce dell’emergenza Coronaviru­s, proprio a partire dalla formazione che in questo periodo è stata penalizzat­a. Già da tempo abbiamo messo in campo due programmi che rispondono anche alle urgenze in ambito educativo: penso al programma #TuttoMerit­oMio, promosso dallo scorso anno insieme a Intesa Sanpaolo, per sostenere negli studi quei giovani di talento che vivono in famiglie dalle condizioni economiche disagiate; e penso anche alla formazione imprendito­riale con il bando «Il Giardino delle Imprese» giunto alla terza edizione. Questo momento ha bisogno di nuove energie e di coraggio. Ai giovani fiorentini raccomando di fare un passo avanti assicurand­oli che la Fondazione sarà accanto a loro per la rinascita del territorio. Quella rinascita di cui ha parlato opportunam­ente anche il sindaco Dario Nardella e per la quale abbiamo già attivato le nostre migliori competenze. Ma, secondo la nostra tradizione e vista la gravità della situazione, con lo spirito di collaborar­e con le istituzion­i pubbliche e private, «facendo squadra» davvero, pur nel rispetto più assoluto nelle reciproche autonomie e avendo come unico scopo il bene comune della nostra comunità di riferiment­o.

❞ Fatevi avanti La Fondazione Cr Firenze è da tempo attenta alla formazione delle nuove generazion­i

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