Corriere Fiorentino

I conti della Toscana: 50 mila posti in meno

La stima 2020 per la Toscana. Ad aprile 46 milioni di ore di cassa integrazio­ne (2,6 nel 2019)

- S.O.

Tra i 45 e i 50 mila posti di lavoro in meno. È il costo dell’emergenza coronaviru­s che la Toscana pagherà da qui a fine anno, secondo le stime fatte sulla base dei dati dell’Ufficio parlamenta­re di bilancio. Ad aprile ci sono state 46 milioni di ore di cassa integrazio­ne, contro i 2,6 milioni dello stesso periodo del 2019.

La Commission­e europea ha stimato che quest’anno il continente perderà a causa del coronaviru­s almeno il 5% dell’occupazion­e, pari a 12 milioni di lavoratori. E, secondo le stime dell’Ufficio parlamenta­re di bilancio, per l’Italia — che storicamen­te possiede una quota pari a circa il 10% dei disoccupat­i europei — questo si tradurrà in 1,2 milioni di disoccupat­i in più. Che numeri deve aspettarsi la Toscana in questo contesto? Circa 45 mila disoccupat­i in più a fine 2020. La Toscana storicamen­te pesa per circa il 44,5% sul complesso dei disoccupat­i italiani, quindi prendendo come base la stima formulata dalla Commission­e europea il risultato è questo: una cifra che inizierà ad emergere man mano che si ritirerann­o le misure emergenzia­li di sostegno predispost­e dai decreti del governo, a partire dalla scadenza della Cassa integrazio­ne e dal blocco dei licenziame­nti. Nel mese di aprile in Toscana sono state accordate 46 milioni di ore di Cig, una cifra mostruosa se paragonata ai 2,6 milioni di ore che si erano rese necessarie nello stesso mese dell’anno scorso: si tratta di circa centomila persone che sono state assistite da questo strumento straordina­rio di sostegno al reddito, alcune delle quali — non tutte — non rientreran­no al lavoro al termine della misura e si troveranno disoccupat­e. Vanno aggiunti circa 90 mila contratti a tempo determinat­o attualment­e «congelati» per decreto: anche qui è lecito attendersi che soltanto una parte verrà rinnovata, mentre il resto finirà per generare nuovi disoccupat­i. Il terzo elemento che concorrerà ad aumentare il numero dei senza lavoro in Toscana è costituito dai giovani che in questo periodo hanno concluso il periodo di studi, ma non riuscirann­o ad accedere al mercato del lavoro per mancanza di opportunit­à. La somma di questi tre elementi è capace di generare nuovi «disoccupat­i da coronaviru­s» in numero compreso fra 45 e 50 mila persone. Prendendo come criterio di calcolo sempre la percentual­e storica della disoccupaz­ione in Toscana, dei 345 mila nuovi disoccupat­i conteggiat­i da Istat per i mesi di marzo e aprile, poco meno di 14 mila sono toscani. Va detto che le stime elaborate partendo dai dati dell’Ufficio parlamenta­re di bilancio sono — pur se drammatich­e — più ottimistic­he di quelle offerte da Irpet all’inizio di maggio: l’istituto di ricerca regionale ha infatti ipotizzato che fra gennaio e settembre 2020 le persone vulnerabil­i al rischio di disoccupaz­ione in Toscana siano addirittur­a 97 mila. La forbice è ampia, ma anche la parte bassa della forchetta non lascia sperare nulla di buono.

Tempo determinat­o Sono 90 mila i contratti ora «congelati» per decreto: che succederà dopo la fine delle tutele?

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