Corriere Fiorentino

Sollevamen­to difesa

Iachini punta molto sull’esperienza del laterale uruguaiano a cui la Fiorentina allungherà il contratto di un altro anno Ma per la partita della ripresa col Brescia potrebbe non farcela

- Stefano Rossi

Caceres ritorna ad allenarsi con i compagni dopo due mesi di coronaviru­s: «Non voleva lasciarmi più»

Martin Caceres ha combattuto per quasi due mesi il coronaviru­s, con tenacia e ironia. «Il virus si era innamorato di me e non se ne andava: senza saperlo l’ho avuto per sessanta giorni», ha raccontato, un paio di settimane fa, quando finalmente intravedev­a la luce in fondo al tunnel. Tra tutti i giocatori viola è stato quello che ha dovuto convivere più a lungo con la malattia. È rimasto solo a casa, con la famiglia in Uruguay, e la società che ha provveduto a fargli avere la spesa a casa.

Oggi però, per fortuna, il virus è solo un ricordo. Da due giorni il difensore ha ripreso gli allenament­i insieme ai compagni di squadra dopo aver svolto lavoro individual­e per più giorni. Come, d’altronde, aveva fatto a casa, pubblicand­o spesso sui social foto con gli addominali scolpiti e sullo sfondo Firenze. Il percorso fisico di recupero sarà tenuto d’occhio giorno dopo giorno: ancora è troppo presto per capire se alla ripresa del campionato fra due settimane potrà essere pronto per giocare.

Caceres ce la metterà tutta. A Firenze sta vivendo una nuova fase della sua carriera. Ha deciso di stabilirsi alla Fiorentina, di trovare continuità in un progetto che gli consente di essere un titolare e una figura di riferiment­o per i più giovani. La società ha già deciso: il suo contratto sarà rinnovato. C’è una clausola che, entro un paio di presenze, gli avrebbe garantito un nuovo accordo. Indipenden­temente da questo, la dirigenza viola ha scelto di continuare a dargli fiducia. E in effetti i fatti danno ragione alla società. Sì, perché la carriera del centrale è stata spesso costellata da guai fisici che hanno limitato la sua crescita e più di una volta lo hanno costretto a ripartire dal basso.

Stavolta, al di là della brutta esperienza col virus, tutto sta andando per il meglio. Lo dicono i numeri: Martin a Firenze sta vivendo una seconda giovinezza. Oltre alle tre presenze in Coppa Italia, su venticinqu­e partite di campionato ne ha giocate venti: l’80%. Una percentual­e elevata che, nello stesso arco temporale, non era riuscito a coprire dalla stagione 2007-08 quando militava nel Recreativo Huelva, prima di iniziare il giro della grandi squadre dove si è poi soffermato. Insieme a Milenkovic e Pezzella forma un trittico solido, di giocatori che hanno trovato affiatamen­to e che hanno ottime capacità nell’uno contro uno.

Montella prima e Iachini poi lo hanno sempre schierato sulla sinistra, ma in caso di bisogno potranno anche riadattarl­o al centro o portarlo sulla destra.

Fra le doti migliori di Caceres c’è anche l’adattabili­tà a più ruoli. Pradè è sempre stato colpito dalle sue qualità, lo inseguiva da tempo ma soltanto la scorsa estate è riuscito a fargli firmare un contratto. Lo cercava ai tempi della Roma, ormai dieci anni fa, ma anche nella prima esperienza a Firenze e poi quando era alla Sampdoria.

Una sorta di ossessione di cui si è liberato solamente quando lo ha vestito di viola. Il quadro generale difensivo andrà definito in vista del prossimo campionato, ma Martin ci sarà. Deve portare avanti la missione per cui la società ha deciso di puntare su di lui, trasmetter­e carisma ed esperienza al resto del gruppo. Dopo Ribery, è lui il secondo nella rosa per trofei vinti: ben quattordic­i di cui uno in nazionale. A proposito, in questo ambito adesso punta a raggiunger­e quota cento. Ma la pensione non c’entra, anzi, ha una voglia matta di andare avanti. Gli mancano soltanto due presenze con la maglia dell’Uruguay per andare in tripla cifra e centrare un altro grande obiettivo in carriera.

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A sinistra Martin Caceres durante gli allenament­i di questi giorni Accanto German Pezzella, capitano viola

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