E TORNÒ IL TEMPO DELLE VECCHIE ZIE
Ora stanno tutti con Rocco. Gli striscioni imperversano. Dopo la sortita del sindaco Nardella, affiancato dalla vice Giachi e dall’assessore allo sport Guccione, tutti e tre intenti a reggere il manifesto inneggiante al patron viola, ieri è stato il vertice di Toscana Aeroporti a srotolare uno striscione al Vespucci: scontro tra la nuova pista (a Peretola) e il nuovo stadio (a Campi)? Giammai. Il derby Carrai-Commisso? Ma per carità! È dura entrare in rotta di collisione con un personaggio pronto a investire patrimoni per portare la Fiorentina ai massimi livelli, con il quale si sono schierati compatti tutti i tifosi, e non solo. È tangibile l’insofferenza della città per l’inconcludenza che ha accompagnato tutti i grandi progetti, mentre piace parecchio il decisionismo di Commisso.
Ma negli Usa gli imprenditori ballano da soli, ci ha detto nell’intervista pubblicata ieri il console degli States a Firenze, Benjamin Wohlauer. E qui è tutto un altro mondo. Il contrasto con il Comune comunque è nei fatti. Tanto che il patron della Fiorentina non ha affatto gradito la foto con la dichiarazione d’amore del sindaco. Lui, lui Commisso, vorrebbe chiudere la partita costruendo la sua cittadella nella Piana, in mezzo a campi che non pongono problemi di tutela e che costano anche (relativamente) poco. A Palazzo Vecchio invece, sepolta per sempre l’idea di uno stadio nuovo nell’area Mercafir di Novoli, ora si punta tutto sulla ristrutturazione del vecchio Franchi, che dovrebbe essere il cuore di un’area totalmente votata alle attività sportive e dotata di servizi efficienti, dai parcheggi alla linea di tramvia. L’ostacolo sta proprio nello stadio, che è monumento tutelato. E il soprintendente Andrea Pessina più volte ha escluso la possibilità che si possano demolire le curve, come era previsto nel progetto preparato per Commisso dall’architetto Marco Casamonti. Ieri è stato l’ex sindaco Matteo Renzi a battere un colpo, a favore del suo successore: «Voteremo in Parlamento la legge sugli stadi togliendo i vincoli attuali sul Franchi», ha detto il leader di Italia Viva. Che per primo, da sindaco, andò all’attacco delle soprintendenze, considerate dei freni alla modernizzazione del Paese (indimenticabile la polemica contro le «vecchie zie»). Non è detto però che l’offensiva di Renzi acceleri la pratica, visto che provocherà l’irrigidimento di tutto il fronte della tutela.
Più pragmaticamente, come raccontiamo a pagina 3, a Bologna hanno deciso di costruire nuove curve più vicine al campo, ma smontabili e davanti alle vecchie, dove troveranno spazio servizi ed esercizi commerciali. Esteticamente non sarebbe certo l’optimum per il Franchi, ma lo era stata forse nel 1990, per i Mondiali, la costruzione delle due ali ai lati della celeberrima tribuna del Nervi lanciata nel vuoto? Eppure così si fece. Con il beneplacito del soprintendente di allora. La tribuna, soffocata, non fiatò.