Corriere Fiorentino

In estate il bando per la fusione Firenze Fiera corre e spiazza tutti

Pronti gli atti per la vendita delle quote pubbliche. La Lega attacca

- Silvia Ognibene

Le fiere si fermano ma Firenze Fiera no. Nonostante la pausa forzata da lockdown è tutto pronto per convocare l’assemblea dei soci entro l’estate e procedere alla redazione del bando per la messa in vendita della società. Il Comune di Firenze, la Città metropolit­ana e la Regione hanno già predispost­o gli atti per cedere le loro quote e si fila dritti per decidere quali saranno i requisiti di chi vorrà partecipar­e, e quanto dovrà pagare per prendersi la parte pubblica del capitale della Fiera. Ad opporsi apertament­e sono stati ieri i consiglier­i comunali fiorentini della Lega, che dicono di aver appreso dall’ultima riunione della prima commission­e del Consiglio regionale della volontà di tutti i soci di Firenze Fiera di procedere alla cessione. «Firenze Fiera è strategica e apprendere per vie traverse la volontà di procedere alla sua privatizza­zione ci lascia basiti. Se così fosse siamo pronti alle barricate. Siamo convinti che i nostri settori strategici debbano essere rilanciati, facendo cassa invece tagliando le spese improdutti­ve e gli enti inutili. Non accettiamo che una simile ipotesi si consumi senza nemmeno una discussion­e in Consiglio» dice il capogruppo della Lega in Palazzo Vecchio, Federico Bussolin.

L’accelerata ha preso in contropied­e anche il principale pretendent­e dichiarato, Pitti Immagine, attualment­e alle prese (come tutti) con la pesante caduta dei ricavi dovuta allo stop delle attività e con la necessità di rinviare tutte le manifestaz­ioni al 2021. Tanto che la società guidata da Raffaello Napoleone ha chiesto e ottenuto 5 milioni di euro di finanziame­nti assistiti dalla garanzia dello Stato per sostenere la propria liquidità. E proprio questo è uno degli interrogat­ivi: andando così di fretta non si corre il rischio di favorire concorrent­i più patrimonia­lizzati e dotati di liquidità rispetto a Pitti? Certo è ipotizzabi­le che i soci pubblici di Firenze Fiera, nel dare le indicazion­i per la redazione del bando in termini di requisiti che non saranno soltanto quantitati­vi ma anche qualitativ­i, terranno conto di tutto questo: Pitti Immagine certamente offre elementi oggettivi di presidio territoria­le, ma un bando pubblico non si può forzare (almeno, non più di tanto...) senza incorrere in illeciti.

Perché tanta fretta? C’è chi osserva che questo è il momento di correre perché più la crisi si fa acuta più diventa agguerrita la competizio­ne internazio­nale e Firenze Fiera rischia, quindi va irrobustit­a. La stessa Fiera ha chiesto un prestito assistito da garanzia statale dell’importo di 4,6 milioni di euro, pari al 25% del fatturato 2019 che serviranno per continuare le attività di manutenzio­ne ordinaria e straordina­ria degli immobili, così da farli trovare «in ordine» al momento della ripartenza. Ammesso che alla fine il nuovo proprietar­io davvero salti fuori al termine di un percorso che procede a tappe forzate, la cui fase culminante andrebbe a coincidere con il termine del mandato della giunta regionale, consegnand­o di conseguenz­a un pacchetto già chiuso al nuovo governator­e della Toscana su una partita importante.

«Non è solo una questione finanziari­a — osserva una fonte che segue da vicino la vicenda — ed è ovvio che il bilancio di quest’anno non farà testo. Sarà un bando aperto dove verranno valutate la misura e la qualità delle offerte: se nessuna verrà ritenuta adeguata, sempliceme­nte verranno respinte tutte e la Fiera non verrà venduta».

C’è solo da aspettare per capire se la corsa serva davvero per cedere Firenze Fiera o sia piuttosto un ballon d’essai.

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Federico Bussolin, capogruppo della Lega in Palazzo Vecchio
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Leonardo Bassilichi, presidente di Firenze Fiera

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