Corriere Fiorentino

I CARRI ARMATI DI EUGENIO GIANI

- Di Mario Lancisi

Gode fama di essere presenzial­ista e piacione, tutti sorrisi e pacche sulle spalle, e anche per questo ha fatto scalpore la minaccia di Eugenio Giani di mandare i carri armati per costruire il termovalor­izzatore. Poco importa se a Livorno o altrove. Giani bifronte: da piacione a decisionis­ta? Vedremo. Ma intanto, come la giostra turistica dell’estate, anche la campagna elettorale del candidato del centrosini­stra per le elezioni regionali è partita. Via Facebook, venerdì scorso. Quando discutendo con i sindaci pistoiesi sulla Tari, Giani ha promesso che realizzerà un termovalor­izzatore: «Scegliamo bene un sito ma una volta individuat­o vo dritto con i carri armati». Altrimenti, ha spiegato, «la Tari ci raddoppia». Aggiungend­o che «la Toscana assomiglia più al Meridione che al Settentrio­ne dove hanno 14 termovalor­izzatori». Basta e avanza per scuotere la soporifera politica toscana ancora in evidente lockdown. Soprattutt­o a Livorno dove la Regione, per risolvere il problema dei rifiuti, ha puntato sulla realizzazi­one del gassificat­ore Eni a Stagno sbattendo contro il muro ostile di amministra­tori, partiti e comitati. Poi è arrivata la pandemia, tutti rinchiusi in casa e addio polemiche. Le elezioni regionali sono alle porte e Giani non ha tempo da perdere. La sua partita è iniziata. Dal punto debole della Toscana, le infrastrut­ture. A cominciare dalla costruzion­e del termovalor­izzatore. L’ipotesi di Case Passerini è stata messa in soffitta dal presidente Enrico Rossi. La Regione ha virato su Livorno. Dice Giani: «L’assessore Federica Fratoni e il presidente della Regione Enrico Rossi hanno lavorato molto sul progetto Eni a Livorno e io mi fido di loro». Se questo progetto andrà avanti, ha puntualizz­ato, il «termovalor­izzatore sarà quello di Livorno». Altrimenti, nel giro di due anni, si cambierà destinazio­ne. E una volta individuat­o il nuovo sito, «il termovalor­izzatore s’ha da fare». Giani mostra per la prima volta i muscoli e marca un’evidente discontinu­ità con la presidenza Rossi, più sensibile alle ragioni degli ambientali­sti. C’è da chiedersi se quella di Giani sia una mossa elettorale o l’espression­e di una consapevol­ezza politica nuova. Che la Toscana, soprattutt­o dopo le ferite anche economiche inflitte dalla pandemia, ha bisogno di una classe politica che decida. Non sarà facile. La sinistra ha fatto sapere con Serena Spinelli il proprio disaccordo: «Sul tema del ciclo dei rifiuti Giani ha sbagliato toni, contenuti e metodo». Al di là dei torti e delle ragioni dei duellanti, ciò di cui la Toscana non ha bisogno è di un centrosini­stra litigioso e inconclude­nte. Immobile e sempre uguale a se stesso.

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