I CARRI ARMATI DI EUGENIO GIANI
Gode fama di essere presenzialista e piacione, tutti sorrisi e pacche sulle spalle, e anche per questo ha fatto scalpore la minaccia di Eugenio Giani di mandare i carri armati per costruire il termovalorizzatore. Poco importa se a Livorno o altrove. Giani bifronte: da piacione a decisionista? Vedremo. Ma intanto, come la giostra turistica dell’estate, anche la campagna elettorale del candidato del centrosinistra per le elezioni regionali è partita. Via Facebook, venerdì scorso. Quando discutendo con i sindaci pistoiesi sulla Tari, Giani ha promesso che realizzerà un termovalorizzatore: «Scegliamo bene un sito ma una volta individuato vo dritto con i carri armati». Altrimenti, ha spiegato, «la Tari ci raddoppia». Aggiungendo che «la Toscana assomiglia più al Meridione che al Settentrione dove hanno 14 termovalorizzatori». Basta e avanza per scuotere la soporifera politica toscana ancora in evidente lockdown. Soprattutto a Livorno dove la Regione, per risolvere il problema dei rifiuti, ha puntato sulla realizzazione del gassificatore Eni a Stagno sbattendo contro il muro ostile di amministratori, partiti e comitati. Poi è arrivata la pandemia, tutti rinchiusi in casa e addio polemiche. Le elezioni regionali sono alle porte e Giani non ha tempo da perdere. La sua partita è iniziata. Dal punto debole della Toscana, le infrastrutture. A cominciare dalla costruzione del termovalorizzatore. L’ipotesi di Case Passerini è stata messa in soffitta dal presidente Enrico Rossi. La Regione ha virato su Livorno. Dice Giani: «L’assessore Federica Fratoni e il presidente della Regione Enrico Rossi hanno lavorato molto sul progetto Eni a Livorno e io mi fido di loro». Se questo progetto andrà avanti, ha puntualizzato, il «termovalorizzatore sarà quello di Livorno». Altrimenti, nel giro di due anni, si cambierà destinazione. E una volta individuato il nuovo sito, «il termovalorizzatore s’ha da fare». Giani mostra per la prima volta i muscoli e marca un’evidente discontinuità con la presidenza Rossi, più sensibile alle ragioni degli ambientalisti. C’è da chiedersi se quella di Giani sia una mossa elettorale o l’espressione di una consapevolezza politica nuova. Che la Toscana, soprattutto dopo le ferite anche economiche inflitte dalla pandemia, ha bisogno di una classe politica che decida. Non sarà facile. La sinistra ha fatto sapere con Serena Spinelli il proprio disaccordo: «Sul tema del ciclo dei rifiuti Giani ha sbagliato toni, contenuti e metodo». Al di là dei torti e delle ragioni dei duellanti, ciò di cui la Toscana non ha bisogno è di un centrosinistra litigioso e inconcludente. Immobile e sempre uguale a se stesso.