«Qui la notte si rischia la vita»
Lettera da Sant’Ambrogio a prefetto, questore, sindaco: la movida è ordine pubblico
Una lettera dai residenti di Sant’Ambrogio a sindaco, questore e prefetto per chiedere l’intervento immediato. «La nostra incolumità è a rischio. La movida è ordine pubblico». E Nardella annuncia il ritorno dei vigili di quartiere e oggi vedrà il ministro dell’Interno.
Una città globale e internazionale viene più colpita da una crisi globale e internazionale. È l’amaro, lapalissiano, commento che viene guardando i dati elaborato da Studio Cerved per conto di Anci, l’associazione nazionale Comuni d’Italia, sulle Città metropolitane.
Lo studio analizza la possibilità di perdita del fatturato delle aziende di ogni singolo territorio. Ed è una catastrofe, per tutti i Comuni della Città metropolitana fiorentina, che rischiano di perdere da sette miliardi e mezzo a oltre 10 miliardi complessivi di fatturato rispetto al 2019.
Uno scenario pesante, anche perché il possibile «rimbalzo», nel 2021 (per le aziende ovviamente che saranno sopravvissute ad un anno di vacche magre) non compenserebbe la perdita di quest’anno: si va da un meno 2,3% totale, ad un meno 3,7%.
Se si va poi ad analizzare il confronto con le aree metropolitane di tutta Italia, ci sono punti di debolezza notevoli. Firenze ha oltre un terzo delle attività nei settori più colpiti. Tradotto: l’impatto sarà più vasto che in altre Città metropolitane (in questa specifica classifica, è il secondo territorio più colpito d’Italia, dietro
Torino dove il colpo nel settore automobilistico pesa moltissimo).
È questa la sintesi dello Studio Cerved: «Gli effetti più pesanti riguardano le zone con la maggiore concentrazione di settori gravemente danneggiati, con una perdita di più di un quarto del fatturato nel 2020 (oltre il doppio della media): attività in cui è difficile rispettare le norme di distanziamento, legate alla mobilità o con un forte calo dell’export. La città metropolitana con la più alta quota di fatturato in questi ambiti è Torino (44,7%), seguita da Firenze (37,6%)».
Per alcune di queste categorie di aziende, è una mazzata: solo per il settore delle pelletteria e valigeria si parla di una perdita complessiva di quasi due miliardi (per l’esattezza, tra 1,8 miliardi e 2,2 miliardi di euro). Il secondo settore più colpito sarà quello dei «motori non elettrici», uno dei settori della meccanica. E il terzo è gli autonoleggi. Ed il problema è che non va bene neanche nei settori «protetti». Si parla dell’impatto nei cosiddetti settori «anticiclici», cioè quelli meno influenzati dal ciclo economico poiché offrono beni o servizi ritenuti indispensabili: a Firenze è più alto che altrove, è la terza città d’Italia, dietro a Catania e Reggio Calabria. Un colpo non solo per le Città metropolitane, però: perché ormai tutti i territori regionali vengono «trainati» dai loro capoluoghi. Ne risentirà tutta la Toscana.
I primi tre Solo per il comparto della pelletteria è prevista una perdita complessiva di quasi due miliardi. Meccanica e autonoleggi gli altri più in crisi