«La movida è ordine pubblico, a rischio la nostra incolumità»
I residenti di Sant’Ambrogio scrivono a sindaco, questore e prefetto: «Dovete intervenire»
«A Firenze, ora più di prima, la movida è un problema di ordine pubblico. E quanto accaduto in piazza Sant’Ambrogio ne è una dimostrazione». Al fianco dei residenti che nella notte tra venerdì e sabato scorsi sono stati oggetto di minacce e lancio di bottiglie da parte di un gruppo di balordi ubriachi (che, colpiti dalle uova lanciate dai condomini di un palazzo, hanno perfino tentato di buttare giù a spallate il portone per farsi giustizia da soli) ora si schiera anche il presidente nazionale dei comitati Fabrizio Coniglio, che si appella alle istituzioni della città «affinché intervengano prima che accada l’irreparabile».
Coniglio — che è il portavoce di 40 associazioni nate su tutto il territorio nazionale in difesa della residenza — prende spunto dalla lettera aperta che «Ma noi quando si dorme» ieri ha inviato al sindaco Dario Nardella, al prefetto Laura Lega e al questore Armando Nanei per chiedere controlli più stringenti e presidi nelle strade e nelle piazze.
«Stiamo assistendo a situazioni pazzesche — si legge nel documento — Ragazzi che si abbracciano, si baciano, parlano senza mascherina ignorando il distanziamento sociale, come se quello che è accaduto non fosse mai esistito. Come è possibile che chi ci amministra non si renda conto dei pericoli?». A questo va aggiunto il comportamento del popolo della notte che con «arroganza, maleducazione e violenza continua a danneggiare la salute di noi residenti, privati di tranquillità e riposo».
Da decenni, il comitato nato nel quartiere di Sant’Ambrogio
denuncia situazioni al limite del penale e ora teme che, quanto accaduto alle 4 di sabato mattina davanti alla chiesa di Sant’Ambrogio, possa ripetersi: «Abbiamo temuto per la nostra incolumità. Le uova lanciate dalla finestra dimostrano tutta la nostra esasperazione. Ma mai avremmo immaginato una risposta così violenta da parte dei frequentatori della movida. Non ce la siamo sentita di dire niente sulla scelta discutibile del Comune sulla concessione gratuita del suolo pubblico ai locali di somministrazione, nonostante la privazione di numerosi posti auto per i residenti. Abbiamo pensato che fosse giusto dare la possibilità di una ripartenza in sicurezza alle attività che avevano sofferto del lockdown. Adesso ci sentiamo di dire che abbiamo sbagliato a stare zitti».
Ma il comitato fiorentino se la prende anche con i minimarket che non rispettano il regolamento per la tutela del centro storico che vieta la vendita di bevande alcoliche da asporto dalle 21 alle 6 e con chi dovrebbe controllare. «Ci aspettiamo che gli organi competenti (sindaco, prefetto e questore) mettano in campo tutte le forze necessarie perché venga effettuato un capillare controllo delle persone che non rispettano le misure di contenimento del coronavirus, la quiete e l’ordine pubblico soprattutto nelle ore notturne ma ci vuole un giro di vite anche nei confronti di quelle attività che violano le regole». Infine, il presidente Fabrizio Coniglio (che si definisce il «sindacalista dei residenti») si dice disponibile a organizzare un incontro a Firenze con le istituzioni. «Bisogna delocalizzare la movida e punire, anche con la sospensione della licenza, chi vende alcol fuori orario e a minori. La situazione, soprattutto dopo il lockdown, è diventata esplosiva. E non solo a Firenze. Serve una presa di coscienza a livello nazionale».
❞ Quando il Comune ha concesso ai locali il suolo pubblico gratuito non abbiamo detto nulla. Ci siamo pentiti
La reazione violenta dell’altra notte contro gli abitanti del rione ci spaventa È ora di far rispettare le regole per il contenimen to del virus e la vendita degli alcolici