Corriere Fiorentino

«La movida è ordine pubblico, a rischio la nostra incolumità»

I residenti di Sant’Ambrogio scrivono a sindaco, questore e prefetto: «Dovete intervenir­e»

- Antonio Passanese

«A Firenze, ora più di prima, la movida è un problema di ordine pubblico. E quanto accaduto in piazza Sant’Ambrogio ne è una dimostrazi­one». Al fianco dei residenti che nella notte tra venerdì e sabato scorsi sono stati oggetto di minacce e lancio di bottiglie da parte di un gruppo di balordi ubriachi (che, colpiti dalle uova lanciate dai condomini di un palazzo, hanno perfino tentato di buttare giù a spallate il portone per farsi giustizia da soli) ora si schiera anche il presidente nazionale dei comitati Fabrizio Coniglio, che si appella alle istituzion­i della città «affinché intervenga­no prima che accada l’irreparabi­le».

Coniglio — che è il portavoce di 40 associazio­ni nate su tutto il territorio nazionale in difesa della residenza — prende spunto dalla lettera aperta che «Ma noi quando si dorme» ieri ha inviato al sindaco Dario Nardella, al prefetto Laura Lega e al questore Armando Nanei per chiedere controlli più stringenti e presidi nelle strade e nelle piazze.

«Stiamo assistendo a situazioni pazzesche — si legge nel documento — Ragazzi che si abbraccian­o, si baciano, parlano senza mascherina ignorando il distanziam­ento sociale, come se quello che è accaduto non fosse mai esistito. Come è possibile che chi ci amministra non si renda conto dei pericoli?». A questo va aggiunto il comportame­nto del popolo della notte che con «arroganza, maleducazi­one e violenza continua a danneggiar­e la salute di noi residenti, privati di tranquilli­tà e riposo».

Da decenni, il comitato nato nel quartiere di Sant’Ambrogio

denuncia situazioni al limite del penale e ora teme che, quanto accaduto alle 4 di sabato mattina davanti alla chiesa di Sant’Ambrogio, possa ripetersi: «Abbiamo temuto per la nostra incolumità. Le uova lanciate dalla finestra dimostrano tutta la nostra esasperazi­one. Ma mai avremmo immaginato una risposta così violenta da parte dei frequentat­ori della movida. Non ce la siamo sentita di dire niente sulla scelta discutibil­e del Comune sulla concession­e gratuita del suolo pubblico ai locali di somministr­azione, nonostante la privazione di numerosi posti auto per i residenti. Abbiamo pensato che fosse giusto dare la possibilit­à di una ripartenza in sicurezza alle attività che avevano sofferto del lockdown. Adesso ci sentiamo di dire che abbiamo sbagliato a stare zitti».

Ma il comitato fiorentino se la prende anche con i minimarket che non rispettano il regolament­o per la tutela del centro storico che vieta la vendita di bevande alcoliche da asporto dalle 21 alle 6 e con chi dovrebbe controllar­e. «Ci aspettiamo che gli organi competenti (sindaco, prefetto e questore) mettano in campo tutte le forze necessarie perché venga effettuato un capillare controllo delle persone che non rispettano le misure di contenimen­to del coronaviru­s, la quiete e l’ordine pubblico soprattutt­o nelle ore notturne ma ci vuole un giro di vite anche nei confronti di quelle attività che violano le regole». Infine, il presidente Fabrizio Coniglio (che si definisce il «sindacalis­ta dei residenti») si dice disponibil­e a organizzar­e un incontro a Firenze con le istituzion­i. «Bisogna delocalizz­are la movida e punire, anche con la sospension­e della licenza, chi vende alcol fuori orario e a minori. La situazione, soprattutt­o dopo il lockdown, è diventata esplosiva. E non solo a Firenze. Serve una presa di coscienza a livello nazionale».

❞ Quando il Comune ha concesso ai locali il suolo pubblico gratuito non abbiamo detto nulla. Ci siamo pentiti

La reazione violenta dell’altra notte contro gli abitanti del rione ci spaventa È ora di far rispettare le regole per il contenimen to del virus e la vendita degli alcolici

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Una delle foto scattate (qualche ora prima delle violenze) dai residenti di piazza Sant’Ambrogio

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