Corriere Fiorentino

Offese e minacce in edicola per le mascherine

Il caso dell’Antella: «Continui litigi, non le distribuis­co più». A Livorno 15 giornalai rinunciano

- Lorenzo Sarra

«Non mi aspettavo tanta cattiveria» dice Brando Impallomen­i, 35enne edicolante di Antella, nel Comune di Bagno a Ripoli. Oggi è l’ultimo giorno in cui sarà possibile, dalle 16 alle 18, ritirare le mascherine chirurgich­e anti Covid della Regione al giornalaio di via Peruzzi. Troppe le polemiche, tra gli utenti in coda, in appena tre giorni dall’inizio della distribuzi­one nelle edicole.

Un lungo cartello in bella mostra, all’ingresso dell’esercizio, lo spiega nel dettaglio. «Ho assistito a continui litigi e insulti — racconta Impallomen­i — E spesso pure io, senza motivo, venivo colpevoliz­zato per le attese o per l’esauriment­o delle mascherine». Già, le file per i dispositiv­i di sicurezza — l’edicola non è un chiosco, ma un vero e proprio negozio dove è possibile accedere solo uno alla volta — sfociavano ogni giorno in battibecch­i. Anche sui social: «Ho provato ad organizzar­mi al meglio, specifican­do che avrei distribuit­o le mascherine il pomeriggio, mentre al mattino avrei venduto come al solito giornali e riviste. Su alcuni gruppi Facebook, però, sono stato accusato di averlo fatto per obbligare le persone ad acquistare periodici o libri. Della serie: se vuoi la mascherina la mattina, compri qualcosa...». Niente di più falso, secondo Impallomen­i: «Anzi. Alla fine con questa storia ho solo perso clienti. Quello del ritiro gratuito delle mascherine era un servizio facoltativ­o, una bella iniziativa alla quale avevo aderito volentieri per aiutare la comunità. A noi edicolanti non ne viene niente». Ma invece di un sorriso o di un «grazie» sono arrivati solo musi lunghi ed accuse: «Ogni giorno ho distribuit­o circa mille mascherine. È un lavoro difficile, perché arrivano persone che magari hanno 5-6 tessere sanitarie diverse per la mamma anziana, o per il figlio che lavora tutto il giorno. Non è una procedura veloce». Con conseguent­i code: «C’è gente che urla, gente che bisticcia per avere la precedenza, gente che batte il pugno sulla vetrina per sollecitar­e le persone alla cassa...».

In particolar­e un episodio ha ferito il giornalaio: «Ho un cliente con un tumore al cervello. Una persona che nonostante il momento difficile, coltiva ancora una grande passione per la lettura: io scrivo e sono laureato in storia, gli ho sempre consigliat­o volumi o romanzi che potessero piacergli...». Ma stavolta la scelta avrebbe richiesto troppo tempo: «Un cliente ha cominciato a gridargli di muoversi, ché doveva ritirare le mascherine. Lui era quasi in lacrime». Impallomen­i decide allora di comunicare ad Edicola Toscana la rinuncia: «Anche perché qui si servono tante persone anziane. Signore lente per l’età, che magari cercano gli spiccioli nel borsello. Ci vuole pazienza, così è soltanto un ulteriore stress».

Dispiacere e solidariet­à in paese, per l’edicolante: «Povero ragazzo. Si sta davvero esagerando. Anche a Grassina ho sentito di litigi, mentre a Scandicci quasi di cazzotti...», dicono davanti alla tabaccheri­a di via Peruzzi. Proprio Grassina l’edicolante Maurizio Masi chiede calma ai residenti: «Non abbiate timore: le mascherine ci sono per tutti. Siamo in 25mila: in 6-7 giorni copriremo tutti gli utenti del Comune».

E a Livorno una quindicina di edicole iscritte al Sinagi (Sindacato nazionale giornalai) hanno già disdetto l’accordo per la distribuzi­one gratuita delle mascherine: da giorni, denuncia il sindacato, ricevono offese e minacce anche sui social. «Una decisione dolorosa ma irrinuncia­bile — dice il segretario provincial­e del Sinagi Daniele Domenici — la situazione sta infatti diventando insostenib­ile».

 ??  ?? L’avviso fuori dall’edicola dell’Antella, a Bagno a Ripoli: da domani basta con la distribuzi­one delle mascherine
L’avviso fuori dall’edicola dell’Antella, a Bagno a Ripoli: da domani basta con la distribuzi­one delle mascherine

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