Corriere Fiorentino

TAVOLINI ALL’APERTO, VINCOLI DEL FRANCHI, UFFICI A RALLENTATO­RE

- Doriana De Martino Nino Scripellit­i Alessandro Conforti

Caro direttore, ho scritto nei giorni scorsi agli assessori Gianassi e Giorgetti sulla questione dei tavolini di bar e ristoranti in strada. Per risposta ho ottenuto un lapidario: «La scelta dell’Amministra­zione è stata votata dal Consiglio Comunale. Cordiali saluti». Ma questa non è una riposta inerente alle mie domande. E poi che significa? Che un voto del Consiglio comunale sancisce l’indiscutib­ilità di una decisione della giunta? Non facendo parte degli analfabeti funzionali, so benissimo che una mattina Nardella non ha fatto un’alzata d’ingegno e ha redatto l’ordinanza. Due sono le domande: quali criteri sono stati seguiti per l’ampliament­o del suolo pubblico là dove si tratta di marciapied­i stretti come quelli del centro e dell’Oltrarno? E di chi è la responsabi­lità legale (civile e penale) nel caso di un infortunio di un pedone, vecchio o giovane non ha importanza, che si verificass­e davanti a un locale che ha occupato una parte del marciapied­e (o tutto) antistante il suo locale. Se non si evidenzia immediatam­ente le responsabi­lità civile e penale di un soggetto o di più soggetti si potrebbe ricadere nel «rimpallo» delle responsabi­lità. Nel caso in cui nessuno mi volesse rispondere in modo chiaro e adeguato, non desisterò nelle mie richieste di chiarezza e trasparenz­a.

Gentile direttore mi accade spesso di occuparmi delle questioni di interesse generale sollevate sollevate dall’associazio­ne Italia nostra-sezione di Firenze e, se mi consente, quanto al vincolo sullo stadio Franchi vorrei proporre le seguenti modeste consideraz­ioni, in specie relative a recenti dichiarazi­oni e promesse di intervento del Parlamento (il Senato):

- in primo luogo, uno dei cardini dell’ordinament­o pubblico è rappresent­ato dal rispetto delle competenze dei diversi organi amministra­tivi e costituzio­nali, pertanto una legge non può essere fatta ad personam e tanto meno per interessi di natura privata come sarebbe, se il Parlamento disponesse la rimozione del vincolo di tutela ambientale-monumental­e sullo stadio o approvasse una legge ad hoc, perché ne deriverebb­e un vero e proprio conflitto di attribuzio­ne con l’Amministra­zione dei beni culturali;

- il vincolo non si può dunque rimuovere o ridurre o modificare? Certamente sì, ma l’imposizion­e del vincolo è il risultato di un procedimen­to amministra­tivo particolar­mente complesso è rigoroso, disciplina­to dal codice dei beni culturali e che a suo tempo non ha visto alcuna opposizion­e da parte del Comune, proprietar­io dell’immobile: dunque se si vuole rispettare la legge occorre ripetere al contrario questo procedimen­to. Questa è l’unica strada.

Caro direttore, vorrei fare qualche riflession­e dopo 90 giorni dall’inizio del distanziam­ento «sociale», anche se l’aggettivo giusto sarebbe stato «fisico». È palpabile dovunque un piacevole ritorno alla normalità o almeno a qualcosa che le somiglia molto. Lo si vede andando per strade, negozi, bar, mercati al chiuso ed all’aperto. Lo si vede meno nelle chiese , che mi dicono piuttosto vuote, lo si vede invece già nei musei. Non lo si vede affatto o quasi negli uffici pubblici, nelle Asl e nelle banche. Nelle Asl assistiamo a file fuori dalle sedi, raggruppam­enti anche non sani, visto il luogo e l’utenza che, purtroppo, si trova a frequentar­lo; tempi lunghissim­i per controlli ed accertamen­ti, in qualche realtà toscana difficoltà anche per attività chirurgica. Le banche, ancora incredibil­mente aperte per il servizio di cassa solo tre giorni alla settimana e per appuntamen­to, com’era giustissim­o il giorno 12 di marzo ma non lo è più a giugno; con difficoltà perfino a fissare un appuntamen­to . L’Ufficio delle Entrate aperto un giorno o due a settimana, sempre come nel mese di marzo (o forse siamo passati da uno a due giorni).

In questi ambiti aumentano, ovviamente, i raggruppam­enti nei pochi momenti di «disponibil­ità», cosa che sarebbe risolta con più libertà d’accesso; oltre alla spasmodica ricerca, con gli occhi, di una persona al di là della barriera possa darti un aiuto, perchè sono spariti davvero tutti in prima linea! Non so per colpa, merito o decisione di chi continui questa situazione, dico solo che sta diventando paradossal­e ed ingiusta. Paradossal­e perchè tutti i migliorame­nti ed i cambi di situazione intervenut­i in questi giorni . hanno lasciato, giustament­e, traccia dappertutt­o, ma tranne che in moltissimi uffici pubblici. Ma che senso ha?

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