LA VIA IN DISUSO DEL CATECHISMO
Pieve di Santo Stefano in Pane (Via delle Panche, 32) Domenica 7 giugno ore 10
Celebrante: Don Antonino Somi Tantan Durata della messa: 50 minuti
Durata dell’omelia: 8 minuti Presenti: circa 70
VANGELO: Gv 3, 16-18
In quel tempo, disse Gesù a Nicòdemo: «Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio, unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna.
Dio infatti non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui».
A pochi giorni dalla festa della Repubblica, omaggio a don Giulio Facibeni, il fondatore dell’Opera della Madonnina del Grappa, antifascista e repubblicano convinto, nella sua parrocchia di Santo Stefano in Pane, , una chiesa, la cui costruzione è antecedente il Mille. Prima del referendum del 2 giugno 1946, alcuni seminaristi fiorentini, gli chiesero un consiglio su come votare. E don Facibeni rispose: «Votate secondo coscienza, possibilmente per la Repubblica».
Là dove, dal 1912 al 1958, era solito celebrare messa don Giulio, originario di Galeata, Romagna, oggi c’è un prete africano, don Antonino Somi Tantan, mentre i fedeli a debita distanza (non più di due per panca) indossano la mascherina e la comunione viene distribuita con i guanti (colore arancione). Siamo nell’èra del covid-19. Un’altra èra storica. Quello che non cambia però è il vangelo: la chiesa celebra la festa della Trinità, cioè il mistero di Dio uno e trino. Non facile da spiegare. Don Antonino si affida a una omelia dal taglio catechistico: domanda e risposta. Tipo: «Cosa è la Trinità per la dottrina cattolica?». Risuonano in questo prete africano parole un po’ in disuso nelle nostre chiese, come appunto quelle di «dottrina cattolica» e «paradiso». Così che l’omelia di don Antonino finisce per assumere un taglio tradizionalista e schematico. Da catechismo, appunto. Però efficace nella sua semplicità formalistica. Come quando il celebrante paragona la Trinità divina alla vita di relazione in famiglia e nella società. Dove c’è un padre (Dio) che ama il figlio (Gesù) e lo Spirito Santo altro non è che l’amore che unisce i due. Il senso profondo di ogni relazione umana.
E forse non poteva esserci un vangelo più adatto al luogo in cui ci troviamo perché, a ben riflettere, la santa Trinità è il segreto della Madonnina del Grappa dove don Facibeni era chiamato da tutti il «Padre» che dedicò la sua vita ai figli orfani di guerra nel segno di uno Spirito Santo che era in lui amore e fiducia nella provvidenza. Quella fiducia che abbiamo sentito risuonare nei giorni mesti del lockdown: «Andrà tutto bene«. Sì, fiducia. Che nel cristiano «è la risposta dell’uomo all’amore di Dio», conclude don Antonino.
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