Diventa un caso il video con le bestemmie
Joseph Commisso ripreso mentre canta tra i tifosi. Le scuse di Barone: non ha capito le parole
Joseph Commisso, il figlio di Rocco, suo malgrado è stato protagonista di uno scivolone che ha fatto il giro dei social network. Così la società, ieri mattina, è dovuta intervenire per scusarsi.
Ma andiamo per ordine. Sabato sera un gruppo di giovani tifosi della Fiorentina ha incrociato il figlio del presidente viola in piazza San Giovanni. Dopo averlo riconosciuto, si sono schierati intorno a lui e hanno cominciato a intonare cori da curva. Chi era presente ha ripreso canti e balli con lo smartphone e ha caricato il video su Instagram. Lo stesso Commisso li ha condivisi sul suo profilo personale. Non si è accorto, però, che quel video conteneva un’espressione blasfema urlatata dai tifosi mentre lui era nel mezzo della baraonda. Domenica il video è stato ripreso dai siti dei principali quotidiani nazionali.
Ma quelle scene non sono affatto piaciute alla Fiorentina, che con una dichiarazione del direttore generale Joe Barone, ha pubblicato un messaggio di scuse sul proprio profilo Twitter: «Joseph è molto dispiaciuto per quanto successo l’altra sera, quando si è unito a persone che cantavano cori per la Fiorentina. Joscorsi seph non conosce e non parla molto bene l’italiano e non si è reso conto che era un coro con all’interno una parola blasfema. Joseph, così come me e suo padre non seguiamo queste iniziative che nei mesi
abbiamo anche pubblicamente chiesto di evitare, nel rispetto di tutte le persone e religioni», ha detto il dirigente viola.
Il figlio di Rocco da diversi mesi ha cambiato il suo nome sul social network, da Joseph a Giuseppe, un chiaro segnale del suo legame con questa nuova esperienza.
Nonostante da un anno risieda a Firenze (è tornato negli Stati Uniti soltanto nel periodo natalizio dello scorso anno) e sia sempre al fianco della squadra non ha ancora totale padronanza della lingua e la gaffe sui social, come ribadito anche dalla società, è avvenuta proprio per questo motivo. In più di una circostanza il presidente Commisso aveva chiesto ai tifosi di mantenere sempre comportamenti civili, nelle espressioni durante le partite e negli atteggiamenti. Nei suoi primi mesi in città, nello specifico a settembre, alcuni tifosi lo incontrarono davanti al suo albergo e fecero una foto insieme con una sciarpa contro la Juventus.
Immediate le sue scuse: «Io non lo sapevo e non mi è piaciuto per niente — disse Rocco — tutti si devono rispettare, sia le altre squadre che i tifosi. Il tifo ci deve essere, ma si devono rispettare tutti. Anche io voglio essere rispettato quando vado negli altri stadi». Allo stesso modo chiese di non sentire più cori contro la strage dell’Heysel, contro la memoria di Gaetano Scirea o altri insulti di discriminazione territoriale.