Corriere Fiorentino

Da Careggi all’ospedale Apuane, l’identikit del paziente Covid

L’83 per cento non mai è stato nei reparti di terapia intensiva. Ricoveri anche fino a 65 giorni

- Giulio Gori

Quasi un paziente su quattro ricoverato in ospedale col coronaviru­s è deceduto. Il dato, il 23 per cento, è fornito da un nuovo rapporto dell’Agenzia regionale di Sanità che fa il punto sui ricoveri Covid negli ospedali e fornisce un primo, importante identikit dei pazienti toscani. Si tratta di un dato comunque parziale e destinato a crescere, perché si basa sui 3.013 pazienti ricoverati dal 25 febbraio scorso e successiva­mente deceduti o dimessi entro il 15 maggio, quando restavano ancora 253 persone in corsia.

Il primo punto che Ars fornisce è il totale dei ricoveri, che dà l’idea delle dimensioni del problema sanitario che il coronaviru­s ha rappresent­ato negli scorsi mesi: 16 ricoveri l’ultima settimana di febbraio, 2.035 a marzo, 916 ad aprile, 47 nella prima metà di maggio. Il picco degli accessi è stato registrato il 21 marzo, in un solo giorno ha portato 131 nuovi pazienti in corsia. Il conseguent­e picco di occupazion­e dei posti letto è stato invece raggiunto, una decina di giorni dopo, il 3 aprile con 1.437 ricoverati (e il primo aprile per le terapie intensive con 297). Per dare un raffronto, ieri i posti letto occupati erano rispettiva­mente a 55 in tutto di cui 15 in terapia intensiva, col bollettino della Regione che ha notificato 3 soli nuovi casi positivi, un nuovo decesso e 73 nuove guarigioni. Uno scenario molto diverso, quello di due mesi fa, ma

60%

I pazienti ricoverati nell’Area Vasta Centro (Firenze, Prato, Pistoia, Empoli) dal 25 febbraio al 15 maggio 30%

I pazienti nell’Area Vasta Nord Ovest (Lucca, Massa e Carrara, Viareggio, Pisa e Livorno)

di cui ancora si sentono le conseguenz­e con i decessi che arrivano complessiv­amente a 1.078.

A metà maggio, i morti in ospedale riferiti al rapporto di Ars erano 703. Lo studio, firmato da Fabrizio Gemmi, Letizia Bachini e Silvia Forni, osserva le caratteris­tiche del decorso dei pazienti e delinea cinque diverse traiettori­e dei percorsi in corsia. La maggioranz­a dei ricoverati, l’83 per cento, non ha bisogno di assistenza in terapia intensiva, ma presenta comunque una mortalità del 20 per cento. Chi invece arriva al ricovero già in condizioni critiche e ci permane in modo costante (il 3,5%) ha un tasso di mortalità altissimo, pari al 64,9 per cento. Discorso simile per chi invece inizia in condizioni meno gravi ma poi peggiora (il 5%), che ha un dato di decessi ancora peggiore, il 70,1 per cento.

Non è però esclusa la mortalità neppure tra chi si aggrava e poi migliora: per i pazienti che arrivano in ospedale in condizioni non gravi, poi hanno un serio peggiorame­nto e quindi si riprendono (il 6%), la mortalità scende al 5,3 per cento; per quelli invece che entrano già gravissimi e poi migliorano (il 2,5%), il tasso di decessi è del 7,6 per cento. È il caso della più giovane vittima toscana, lo studente pisano Christin Kamdem Tadjuidj, morto a 30 anni appena il 23 marzo scorso al Cisanello, dove era ricoverato in gravi condizioni, prima di far registrare un netto migliorame­nto e poi spegnersi all’improvviso.

Quanto alla durata della degenza, la media è di 13 giorni, la maggior parte resta meno di 10 in corsia, ma ci sono casi che sono arrivati fino a 65. E a sostenere il peso dei ricoveri non sono stati tutti gli ospedali allo stesso modo. L’Area Vasta Centro ha accolto il 60 per cento dei pazienti, contro il 30 per cento della Nord Ovest e il 9 della Sud Est. La Centro è anche la zona più popolosa, così Careggi e il San Jacopo di Pistoia sono stati i due ospedali più impegnati della Toscana, con Ponte a Niccheri in quarta posizione. Ma sul podio, c’è il nuovo ospedale Apuane di Massa, l’epicentro del focolaio della Costa, seguito a ruota dal Cisanello di Pisa. L’ospedale universita­rio pisano, grazie ai suoi tanti posti in terapia intensiva, nei giorni del picco di inizio aprile ha potuto alleggerir­e la pressione su Massa, Camaiore, Lucca, Livorno e Pontedera, che in quel momento erano arrivati quasi a completa occupazion­e.

Il bollettino di ieri Tre contagiati e un solo decesso: 55 posti letto occupati, il 3 aprile erano 1.437

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