Corriere Fiorentino

Salvia e mare al bicchiere

- Di Aldo Fiordelli

Ci si siede all’aperto, sotto uno cielo di lucine dal sapore retrò, come in una terrazza da qualche parte nel Mediterran­eo d’estate. Invece siamo in centro a Prato, piazza delle Carceri, di fronte alla Basilica di Santa Maria di Giuliano da Sangallo, considerat­a uno dei capolavori del primo Rinascimen­to.

Il Dek, già Decanter, è il locale di Francesco Secci, eclettico imprendito­re dai capelli rasta che in pochi anni ha saputo esportare il proprio format anche a Ibiza. L’attesa è ingannata dalla nostalgia per La isla bonita di Madonna o Felicità di Albano e Romina, un sottofondo quasi pulp che però stuzzica la serata. Il menu arriva via qrcode, in pratica si scarica col cellulare: l’obbligo anti-Covid di non toccare il menu è servito. Al Dek si mangia di tutto un po’. Dagli hamburger alla pizza, fino al sushi. Se non siete millenials, forse sarete innorridit­i. In realtà, lo stile del locale è chiaro. Si mangia soprattutt­o pesce, c’è anche un menu dedicato. La pizza è usata perlopiù

● Il Dek, un tempo Decanter è a Prato, in piazza delle Carceri di fronte alla Basilica di santa Maria di Giuliano

● Ad aprire il ristorante bistrot è stato Francesco Secci che lo ha esportato anche a Ibiza

● Insieme a lui la giovanissi­ma chef Giulia Talanti

● La specialità del luogo è la norcineria di pesce per il o per servire una focaccina da condivider­e a tavola prima di iniziare la vera cena.

Il sushi viene servito perlopiù allo Shark, la bottega accanto al locale, un cocktail bar dove si può anche mangiare. Ma ciò per cui ci siamo seduti in questo bistrot è la norcineria di mare. Il Secci, nel suo

Protagonis­ta Francesco Secci è l’imprendito­re che ha aperto il Dek, già Decanter. Ha esportato lo stesso formato a Ibiza anticonfor­mismo, si è inventato una linea di salumi di pesce. Bresaola di tonno rosso, lonzino di pesce spada affumicato, soprassata di polpo e salsicce di pesce sono solo alcuni dei prodotti che ideati, in vendita nel locale. Quest’anno ne era atteso il debutto a Taste, ma poi, come si sa, la fiera è saltata per l’emergenza sanitaria

Non è facile in Toscana assaggiare nuove etichette. Specie di un vitigno come il Vermentino, vino estivo trainato da Sardegna, Liguria e Toscana. Isole comprese. Filippo Alampi, giovane produttore noto per l’extravergi­ne della fattoria di Ramerino a Bagno a Ripoli, l’anno scorso ha fatto il grande passo. Basta vendere le uve agli altri, bisogna imbottigli­are. È nata così la Chiesina di Lacona, cantina che deve il nome alla lingua di terra tra il golfo della Lacona e il Golfo Stella dove ci sono le vigne. Il suo Vermentino Elba Doc 2019 è una chicca, profumato di salvia e agrumi, dal gradevole gusto di citronella, leggero da estate ma non senza una bella densità sul palato. E soprattutt­o, sapido e quasi salato sul finale come ci si aspetto da un vino dell’Elba. (A.F.) e non se n’è fatto più di nulla. Difficile però fermare l’entusiasmo di questo giovane. Così i salumi di pesce sono entrati in un menu al Dek. I tre passaggi più salienti: chirashi all’italiana con il salmone marinato in casa come un «Balik di noi altri»; i paccheri Benedetto Cavalieri alla soprassata di polpo in ristretto di pomodoro dai profumi galiziani; e il vitel tonné secondo Giulia. Lei sarebbe Giulia Talanti, giovanissi­ma chef under 30 scoperta proprio dal Secci, dal carattere tosto. Ex sciatrice, ex calciatric­e nel ruolo di portiere, dalle spalle abbastanza larghe per caricarsi la responsabi­lità di una cucina così eclettica. Ha arattere ma non ha perso quella sensibilit­à femminile per dare finezza ai dettagli dei piatti. Buonissimo il menu dei salumi di pesce e finalmente si mangia qualcosa di diverso dai soliti maialini a bassa temperatur­e, dalle uova croccanti, dalle cacio e pepe che imperversa­no tra i fornelli a tutto gas e poche idee.

Bella poi è la selezione dei vini affidata a Matteo Palmieri che ha lavorato 4 anni all’Enoteca Pinchiorri, mica all’enoteca dei fiaschi. Non mancano Champagne e un po’ di Francia, ma di quella sensata, in cantina, né proposte più personali di quelle che imperversa fra i soliti nomi imperanti in città. La contempora­neità di locali come il Dek si vendica dei pratesi che di norma vanno a mangiare solo a Firenze o in Versilia.

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