«Servono nuove regole, no provocazioni»
Caro direttore, nei giorni scorsi, il sindaco di Firenze Dario Nardella ha evocato il pericolo dello scontro sociale: il conflitto tra residenti del centro storico e gestori di ristoranti e bar su un fenomeno complesso che va dai famosi tavolini per strada (esondante e straordinaria occupazione di suolo pubblico) alla (mala) movida notturna. I residenti vorrebbero una città tranquilla e dormire, gli altri incassare per evitare la chiusura definitiva a seguito della crisi economica. I residenti stanno manifestando il desiderio di scendere in strada per protestare: è un loro sacrosanto diritto. Sembra veramente uno scontro sociale, una contrapposizione di interessi confliggenti, ma lo è solo nella narrazione, non lo è nella forma né nella sostanza: secondo il pensiero liberale classico,
❞ Sul campo L’interesse generale non scaturisce dall’eliminazione degli interessi particolari
infatti, l’interesse generale non scaturisce dall’eliminazione degli interessi particolari, ma proprio dal loro conflitto, a condizione che questo avvenga senza violenza e nel quadro di leggi uguali per tutti. Ecco, forse quello che manca è proprio un regolamento comunale uguale per tutti, e — sempre forse — è a questo «particolare», formale e sostanziale, che il sindaco Nardella dovrebbe porre maggiore attenzione stabilendo nuove regole di coesione sociale anziché chiedere sacrifici ai residenti. Per il resto, rimango convinto che da questo «scontro sociale» la città non potrà che trarne beneficio per il futuro. Lo dico da residente del centro storico. Massimo Lensi
Egregio direttore, quale abitante in zona Santa Croce, sono d’accordo con quanto lei va dicendo sulla movida e sull’appello del sindaco Dario Nardella rivolto ai residenti del centro che francamente, anche a me, è suonato come una provocazione. Sono certo che non è così perché conosco e apprezzo Nardella ma, questa volta, è andato fuori tema (c’è un’espressione fiorentina più efficacemente appropriata che fa riferimento all’opportunità di non spargere i propri rifiuti liquidi al di fuori dei contenitori a ciò deputati). Aggiungo che anch’io sono ben consapevole della necessità di sostenere l’economia commerciale del nostro centro storico e di tutto il relativo indotto, economia legata in una misura significativa al food and drink, peraltro direi stimolata nel suo sviluppo da scelte fatte negli anni dalle nostre amministrazioni comunali, ma ci sono anche altri settori che gemono significativamente in questo periodo, quale ad esempio il settore immobiliare su cui si scaricano parte delle tensioni economiche delle famiglie e del commercio. La ringrazio e invio cordiali saluti.
❞ Lo scontro sociale Lo apprezzo ma il sindaco è andato fuori tema, non solo il commercio è in crisi