Pisa, rivolta dei commercianti «L’Università deve riaprire»
Mobilitazione contro la decisione del rettore di fermare le lezioni in presenza fino a dicembre
Un coro di voci che accerchia il rettorato, per adesso solo figurativamente, per chiedere che le aule dell’Univeristà ritornino a riempirsi. E con loro, bar, ristoranti e appartamenti.
Dopo lo scontro dello scorso 10 giugno all’interno della Cut (Commissione Università e Territorio) dove il rettore Paolo Mancarella ha ribadito la decisione di non riprendere a settembre le lezioni in presenza, provocando così la prima bordata da parte del sindaco Michele Conti, questa volta è la numero 2 della giunta, la vicesindaca Raffaella Bonsangue a tentare la via del dialogo chiedendo al rettore di «rivalutare la sua decisione di proseguire con la sospensione delle lezioni in presenza, tenuto conto dei dati che stanno via via dimostrando come in Toscana, come nel resto del Paese, la morsa del contagio continua ad attenuarsi».
Per Bonsangue, e con lei Forza Italia di cui è esponente di spicco «è necessario tornare alla normalità, ricreando quella rete di rapporti che ha fatto di tutta la città una grande comunità contraddistinta da solide relazioni umane e profonde sinergie, tanto da far considerare Pisa una sorta di ateneo a cielo aperto».«Gli ultimi dati — continua Bonsanve gue — hanno mostrato la capacità della nostra università di attrarre molti studenti da fuori regione a riprova della notevole importanza che questa componente studentesca riveste per tutto il tessuto sociale ed economico della città». Per facilitare lo svolgersi delle lezioni in presenza il Comune è disposto a metterci del suo, in termini di strutture doallestire nuove aule: Possiamo per far sì che questo avvenga in un contesto di massima sicurezza possibile a garanzia di un corretto percorso formativo e della tutela della salute».
Bonsangue parla di «impoverimento non solo e non tanto economico ma anche culturale ed umano», ma dopo la carota dell’amministrazione comunale, arriva il bastone minacciato da Confcommercio che lancia il flash mob sotto le finestre del rettorato, in lungarno Pacinotti. Un appello alla mobilitazione per il prossimo 29 giugno «affinché uno dei pilastri fondamentali dell’economia locale non venga meno alle proprie responsabilità». «Apriamo l’università — ripete la presidente di Confcommercio Federica Grassini — perché a prevalere in una delle più antiche università d’Europa non può essere il panico, ma una gestione razionale, consapevole e calcolata dei rischi e dell’applicazione dei giusti sistemi di protezione. Considerando le pesanti ricadute economiche, sarebbe sicuramente stato meglio aspettare prima di prendere questa decisione, che è indiscutibilmente prematura e priva di un confronto con le autorità cittadine, sindaco in testa». Il direttore dell’associazione di categoria Federico Pieragnoli, non evoca espressamente l’interruzione di pubblico servizio ma ci va vicino: «Rettore e Senato accademico dovrebbero spiegarci, se ne sono capaci, perché molti altri atenei italiani sono pronti a riaprire e Pisa risolutamente no. Fino adesso non hanno ascoltato le nostre istanze, ecco perché nel rispetto di tutti, forti del consenso di tanti imprenditori e commercianti che si trovano, dopo mesi di Covid, sull’orlo del baratro saremo sotto il Rettorato per far sentire ancora più chiaramente la nostra voce. Conclude il direttore: «L’offerta di servizi di Pisa e dell’area pisana è calibrata sui numeri di studenti che l’università pisana ogni anno accoglie ed ospita. Parliamo di un indotto di migliaia di persone».
Mediazione La vicesindaca: «Siamo pronti a offrire spazi all’Ateneo per tornare nelle aule in sicurezza»