Faccia d’angelo
Maniero trasferito a Sollicciano: «Una punizione»
È stato trasferito dal carcere di Voghera, in provincia di Pavia, a quello fiorentino di Sollicciano Felice Maniero, l’ex boss del mala del Brenta, condannato in primo grado lo scorso 4 giugno a quattro anni di carcere per maltrattamenti fisici e psicologici sulla compagna Marta Bisello, per intralcio alla giustizia e per avere tentato di far pressioni sui figli affinché facessero ritrattare la madre.
Del trasferimento nel carcere fiorentino — dal suo avvocato Luca Brioli — è lo stesso Maniero a parlarne in una lettera all’Ansa, affermando di essere stato fatto uscire dalla cella di isolamento e salire su un’auto senza sapere dove era diretta. Un «trattamento così anomalo» «mai capitato e mai sentito da altri», secondo Felice Maniero ed anche «fuorilegge» dovuto, è la sua ipotesi, alle sue critiche sulla gestione dell’emergenza Covid nel carcere di Voghera uscite sui giornali.
Critiche nei confronti dei vertici che è tornato a reiterare parlando di minacce, «di ritorsioni» nei confronti degli agenti penitenziari perché non portassero le mascherine per «non creare allarme sociale tra i detenuti in pieno coronavirus». «Per ora — ha aggiunto Maniero — c’è stato il primo detenuto in Italia deceduto prematuramente a Voghera con atroci dolori». «Non vorrei stessero insabbiando tutto — ha concluso Maniero — Sarebbe troppo. Ma quel povero Cristo era figlio di un Dio minore?».
Di Maniero si era tornato a parlare qualche anno fa quando gi uomini del nucleo di polizia valutaria della Guardia di Finanza avevano eseguito un decreto di confisca di beni emesso dal tribunale di Venezia su tre immobili riconducibili all’ex boss della Mala del Brenta. Gli immobili, per un valore complessivo di 17 milioni, si trovano in Toscana, nelle province di Lucca, Pisa e Firenze, e furono già sequestrati agli inizi del 2017. In quell’occasione furono emesse due ordinanze di custodia cautelare nei confronti di un prestanome e di un promotore finanziario.
Nel marzo di due anni fa furono confiscate Villa Paradiso a Santa Croce sull’Arno (dove vivevano Lucia Carrain e Noretta Maniero, rispettivamente madre e sorella di Maniero), un villino a Fucecchio e una villa a Pietrasanta, in Versilia.
In quella inchiesta erano emersi i nomi di Riccardo Di Cicco e Michele Brotini, il primo dentista ed ex cognato Felice Maniero, l’altro broker finanziario: entrambi risultavano essere residenti in provincia di Firenze e in
A Voghera «Ho subito un trattamento anomalo per aver detto che con il Covid i vertici minacciavano gli agenti che portavano la mascherina»
provincia di Pisa. All’epoca furono accusati di riciclaggio di proventi illeciti. A denunciarli fu proprio l’ex boss della Mala del Brenta.
Secondo le indagini dell’epoca i soldi venivano riciclati in titoli italiani e poi, attraverso Brotini, investiti in titoli internazionali in Svizzera. Molti soldi sono finiti poi in beni immobiliari: «Con i soldi che gli ho dato mio cognato ha acquistato sicuramente tre immobili, due a Santa Croce e uno a Marina di Pietrasanta», aveva raccontato Maniero. Che ora è in cella a Firenze.