Corriere Fiorentino

Tavolini, basta richieste (dove ci sono posti auto)

Negli scatti di cinque notti e cinque giorni c’è il racconto della fase più calda dell’epidemia

- Edoardo Semmola

Stop ai tavolini all’aperto dei ristoranti se occupano posti auto. Lo ha deciso Palazzo Vecchio. Già 700 le domande arrivate.

«C’è una parte che richiama la pazienza». Massimo Sestini indica una foto, poi un’altra. «E una parte che trasuda adrenalina». Il dito si sposta in direzione diversa. «È strano a pensarci — prosegue il fotoreport­er fiorentino — eppure una alimenta l’altra, anche se teoricamen­te dovrebbero annullarsi: la pazienza per un infermiere è serbatoio fondamenta­le per arrivare al massimo dell’adrenalina». Eccola qui, spiegata con due parole, la mostra fotografic­a inaugurata ieri all’ospedale fiorentino di Santa Maria Nuova «Indispensa­bili infermieri».

Cinque giorni e cinque notti in cui Sestini ha documentat­o la fase più calda della pandemia, per celebrare lo sforzo e la passione di una profession­e diventata di trincea negli ultimi mesi. In pochi potranno vederla nel corridoio che si affaccia sul Chiostro della Magnolia del più antico ospedale del mondo che proprio ieri ha compiuto 732 anni di ininterrot­ta attività — per ragioni di limiti struttural­i all’affluenza in tempo di epidemia — fino a fine dicembre. Per tutti gli altri c’è la versione multimedia­le nella Sala d’Arme di Palazzo Vecchio, fino al 5 luglio, in coproduzio­ne con Comune e Muse. Attraverso gli occhi degli infermieri, ma anche attraverso gli strumenti chirurgici, i lettini, la tensione, i movimenti, il fotoreport­er propone un nuovo modo di osservare e rileggere il coronaviru­s. «E di guardare nei volti — racconta — oltre la mascherina».

Senza retorica ma con grande partecipaz­ione emotiva, sono 34 le immagini che raccontano gli sforzi di chi lavora nell’ospedale fondato da Folco

Portinari, il banchiere padre della dantesca Beatrice, ma che «intendono rappresent­are tutti gli infermieri italiani che hanno dato tutto per battere il Covid», precisa Giancarlo Landini, presidente della Fondazione Santa Maria Nuova Onlus. Per il mondo infermieri­stico c’è anche un altro anniversar­io importante: i 200 anni esatti dalla nascita di Florence Nightingal­e, colei che ha «inventato» questa profession­e. E a proposito dei tempi di Folco Portinari in mostra troviamo anche loro, le Oblate, le prime suore-infermiere della storia, che affiancaro­no il banchiere in questa prima avventura sanitaria medievale. Da sette secoli non hanno mai lasciato il loro posto accanto ai malati. «Andavano immortalat­e e ringraziat­e. Ho scoperto che tante cose qui dentro non sono ciò che sembrano — prosegue Sestini riferendos­i al lavoro quotidiano degli infermieri — Scopri sensazioni inattese, la forza di non arrendersi mai, ti fanno vedere il bicchiere sempre mezzo pieno». È la celebrazio­ne di un mestiere, oltre che di singole persone. «Un mestiere che è la parte più nobile del nostro mondo — spiega Landini — e che attraverso queste foto racconta bene cosa sia stato il tempo del coronaviru­s, a cui nessuno ci aveva preparati: grazie a quel senso di umanità oltre la profession­alità che forse farebbe bene a pervadere anche altri aspetti della nostra società. Sono immagini che toccano tutti”. All’inaugurazi­one ha partecipat­o anche il direttore del dipartimen­to infermieri­stico della Asl, Paolo Zoppi. Felice di vedere «una passione raccontata con passione» e una serie di «mani e sguardi che trasmetton­o empatia e vicinanza, consapevol­i di aver dato il massimo».

Due le sezioni: da una parte il reportage con dentro tutta la quotidiani­tà dell’emergenza sanitaria, dall’altra 15 ritratti in sala di posa e due gruppi di infermiere e infermieri con la faccia coperta dalla mascherina. «La mostra è stata «organizzat­a in soli dieci giorni» sottolinea soddisfatt­o l’assessore alla cultura di Palazzo Vecchio, Tommaso Sacchi. E in emergenza. «Vedo facce affaticate — commenta — Volti appassiona­ti che danno i brividi».

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Gli operatori sanitari di Santa Maria Nuova ritratti da Massimo Sestini davanti all’affresco di Bicci di Lorenzo, «Papa Martino V consacra la chiesa di Sant’Egidio a Firenze», 1424
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 ??  ?? La mostra in «edizione multimedia­le» alla Sala D’Arme di Palazzo Vecchio aperta ad ingresso gratuito fino al 5 luglio, dal lunedì alla domenica (escluso il giovedì) dalle 15 alle 20
La mostra in «edizione multimedia­le» alla Sala D’Arme di Palazzo Vecchio aperta ad ingresso gratuito fino al 5 luglio, dal lunedì alla domenica (escluso il giovedì) dalle 15 alle 20
 ??  ?? Massimo «il reporter» durante i giorni trascorsi a Santa Maria Nuova, lo scatto di una giovane infermiera che dà conforto a un malato e sotto la cupola del Duomo da una finestra dell’ospedale
Massimo «il reporter» durante i giorni trascorsi a Santa Maria Nuova, lo scatto di una giovane infermiera che dà conforto a un malato e sotto la cupola del Duomo da una finestra dell’ospedale
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