Corriere Fiorentino

«Dedicate una via a mio figlio Orso»

La lettera del padre: lui era un partigiano. Oggi commemoraz­ione alle Porte Sante

- Di Alessandro Orsetti

Caro direttore, la storia di Lorenzo Orsetti «Orso» Tekoser, partito da Firenze nell’agosto 2017 per la Siria del Nord - Est per sostenere la lotta dei curdi contro l’isis e contribuir­e alla realizzazi­one di un progetto sociale, il Confederal­ismo democratic­o, ha colpito molti. Ha colpito soprattutt­o la scelta di lasciare tutto per andare in una terra lontana.

La scelta di coinvolger­si in un conflitto armato contro i terribili tagliagole dell’Isis è parsa strana, anche perché da noi prevale la ricerca della sicurezza, della tranquilli­tà, del benessere ottenuto in qualunque modo. I post di Lorenzo hanno invece raccontato il suo desiderio di vivere in una società più giusta, più comunitari­a, più dignitosa, anche a costo di sacrificar­e la vita, cosa che è avvenuta il 18 marzo 2019. Nei mesi successivi alla sua morte abbiamo visto che tanti hanno capito la sua scelta... in molte occasioni sono comparsi scritti, murales, libri, documentar­i che hanno ricordato i valori che ha portato avanti.

Il Covid 19 ci ha fermato, ma oggi 24 giugno 2020, anniversar­io della sua sepoltura, abbiamo la possibilit­à di commemorar­lo, facendo memoria, quella memoria che per i curdi non è solo ricordare, ma anche assumere su di sé la responsabi­lità di portare avanti gli impegni di chi è morto. La commemoraz­ione a San Miniato è una occasione per rivivere le forti emozioni che abbiamo provato nel 2019, ma anche per ricordare l’attuale situazione della Siria del nord est. Il 23 giugno del 2019 l’Isis era stata espulsa da quei territori, ma l’attacco delle truppe turche nei mesi successivi ha consentito ai gruppi dei tagliagole di riaffaccia­rsi.

Gli attacchi turchi di questi giorni nel Kurdistan iracheno hanno riacceso un focolaio. La sostituzio­ne etnica, le incursioni dell’Isis, le persecuzio­ni, gli attentati, i bombardame­nti dei campi profughi e dei villaggi hanno reso quelle terre nuovamente pericolose. Ricordiamo Lorenzo per chiedere alla nostra politica, ai cittadini italiani e non solo, di schierarsi con i curdi, facendo sentire le nostre voci sdegnate, boicottand­o l’economia della Turchia e non facendo affari vendendo armi all’esercito invasore.

All’Italia ricordiamo che la democrazia deve sempre partire dal basso, riscoprend­o valori e una etica dove la giustizia, l’equità, la condivisio­ne, la dignità di ognuno siano fondanti del nostro vivere comune.

Lo facciamo ricordando tutti insieme Lorenzo, Orso, chiedendo alla città di Firenze di intitolarg­li una via e una piazza che lo ricordi a tutti come partigiano e proponendo anche, come segno visibile a tutti, un albero piantato in un luogo significat­ivo che sia il simbolo di vita che si sviluppa nella speranza.

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Lorenzo Orsetti

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