«L’appello di Betori? La città ora guardi anche ai bisogni sociali»
Leonardo Carrai (Banco Alimentare) e l’invito di Betori a cambiare la città «Se la bellezza ci porta solamente al profitto sbagliamo prospettiva»
«Certo che il turismo è importante. Ma la bellezza di Firenze non può essere solo mera ricerca di profitto e lavoro. I bisogni dell’economia vanno armonizzati con quelli sociali». Leonardo Carrai è il presidente emerito del Banco alimentare, che ogni anno in Toscana assiste, tramite quasi 600 associazioni, circa 100 mila persone bisognose di cibo, recuperando circa 5 milioni di chili di alimenti non scaduti che poi vengono redistribuiti.
Carrai, nell’omelia di San Giovanni il cardinale Betori ha detto che le fondamenta delle città non devono essere solo quelle del profitto. Sembra un messaggio a quanti, anche a Firenze, vogliono ripartire esattamente dall’epoca pre-Covid.
«Ha ragione, guardando Firenze emerge che tutta questa bellezza non può essere stata solo mera ricerca di profitto e lavoro, c’era sicuramente qualcosa d’altro che puntava al cielo e questo rispecchia il puntare a una realizzazione della propria vita che non è solo soldi e profitto, ma armonia, come ad esempio quella sulle guglie della Sagrada Familia, dove Gaudì ha dipinto bellissimi mosaici. Gli umani, dalla strada, non riescono a vederli, ma lui ha detto che possono vederli gli angeli».
Anche Firenze avrebbe meno bisogno di profitto e
❞ Senza l’arrivo in massa di giovani universitari e cassintegrati, il Banco Alimentare non avrebbe retto durante l’emergenza
più armonia?
«Il turismo è certamente un indotto che crea lavoro e di cui non possiamo non tenere conto, ma tutto questo va armonizzato anche con altri bisogni, ad esempio con quelli del sociale attraverso magari il coinvolgimento di associazioni secolari come la Misericordia, la Caritas, la Pubblica Assistenza, riunendoci tutti attorno a un tavolo per discutere del futuro della città».
Betori nella sua omelia ha invitato a guardare le vere origini dell’uomo. Cosa sono, per lei?
«Le vere origini dell’uomo sono quelle che mettono al centro la persona, noi per primi cerchiamo di rispondere a quel bisogno che è il primo tassello del bisogno umano, cioè il cibo. Pensare che ancora oggi ci siano tanti poveri che hanno soltanto un pasto regolare ogni due giorni non può far emergere dentro tutti noi delle domande, forse stiamo sbagliando qualcosa, sia come cittadini che come politici, forse abbiamo perso il vero valore della centralità della persona».
Cosa sta sbagliando la politica?
«Forse stiamo pensando troppo a livello personalistico, siamo troppo concentrati sull’affermazione personale e sul riscontro della massa e tutto questo non fa altro che deviarci da quelle che sono le vere responsabilità, a volte scontrandosi col giudizio della massa. Viviamo un presente in cui è importante guardare ai like, ai followers, ai consensi virtuali, credo che invece, al contrario, bisogna lavorare con più responsabilità a costo di andare contro corrente, prendendo delle decisioni. In altre parole il rischio è quello di perdere la nostra missione di uomini, che è quella che parte dal profondo del nostro cuore e ci fa mettere a disposizione dell’altro, senza questa dimensione non si capisce il senso della nostra vita, perché il senso della nostra riuscita è esser felici dentro, non apparire belli fuori. E questo purtroppo l’ho notato anche durante la pandemia da parte di certe classi politiche».
Ci faccia un esempio.
«Sono usciti dei proclami su miliardi di euro ancor prima che diventassero ufficiali, probabilmente solo per il desiderio di apparire, mentre c’era un Paese che stava agonizzando. Quando succedono queste cose mi sembra che si stia perdendo il senso della nostra missione di uomini» .
Il cardinale ha detto che con il Covid alcune cose sono apparse vacue, mentre altre fondamentali: ad esempio la relazioni tra le persone.
«Sì, l’ho notato anche io, soprattutto tra i giovani, che sono tornati a riscoprire il basilare senso della famiglia in seguito a questa quarantena forzata, ma che si sono fatti in quattro anche per aiutare i più bisognosi. Senza l’arrivo in massa di giovani universitari e cassintegrati, il banco non avrebbe retto visto che si basava molto su volontari over 65 che siamo stati costretti a lasciare a casa».
E le cose che sono emerse come vacue?
«Sicuramente la smisurata frenesia del lavoro, come se fossimo tutti sempre e comunque indispensabili: guardare il mondo da casa ci ha fatto capire che si va avanti ugualmente anche senza quella prosopopea secondo cui il lavoro è il centro della vita delle persone. Nelle società più avanzate questo crea allucinazioni pazzesche e ne abbiamo esempi».
Ed ecco il famoso riposo di cui ha parlato il cardinale.
«Certo, va riscoperto il riposo, a me è sempre stato insegnato che il momento dove emerge la vera libertà della persona è il riposo, lo puoi vivere per andare a fondo di te, della tua esistenza, la vacanza è un momento dove puoi scegliere di capire veramente chi sei e come impiegare il tuo tempo».
❞ Associazioni secolari come la Misericordia, la Caritas, la Pubblica Assistenza, vanno riunite intorno a un tavolo sul futuro della città