Corriere Fiorentino

Scuola: tanti no e la protesta in piazza

Cortei in nove città toscane: «A settembre in classe, ma non con quelle linee guida»

- Zuliani

«Ora o mai più». Genitori, insegnanti, studenti, sindacalis­ti, ieri sono scesi in piazza a Firenze, e contempora­neamente in altre 59 città italiane (8 toscane), per chiedere la riapertura delle scuole a settembre in presenza e in sicurezza. E la manifestaz­ione organizzat­a dal comitato «Priorità alla Scuola», è diventata anche una protesta contro la bozza delle linee guida del governo per la ripartenza del prossimo anno scolastico. «Quella indicata dal governo non è scuola», afferma Costanza Margiotta, docente universita­ria e mamma, tra i fondatori del Comitato, nato a Firenze ad aprile ed esteso in tutta Italia. Per il Comitato le linee guida sono «imbarazzan­ti e inutili». Così «da oggi parte una mobilitazi­one permanente finché le linee guida non saranno ritirate», dice Margiotta. Ma l’emergenza Covid ha fatto solo emergere «le carenze decennali della scuola italiana e la pandemia invece di spingere a fare interventi di migliorame­nto, è diventata il pretesto per smantellar­e l’istruzione pubblica».

Per il comitato ridare priorità alla scuola significa dotarla di più insegnanti, più personale e più classi, quindi più risorse: chiedono l’assunzione dei docenti precari dalle graduatori­e provincial­i, più spazi, investimen­ti struttural­i duraturi per l’edilizia scolastica, prevenzion­e sanitaria nelle scuole ed è contraria a riduzione del tempo scuola, esternaliz­zazione di servizi educativi, riduzione delle ore didattiche da 60 a 40 minuti, e didattica a distanza come parte struttural­e dell’orario scolastico. Circa 300 persone si sono ritrovate ieri davanti alla Biblioteca Nazionale di Firenze, per poi sfilare con un corteo a tappe fino a via Martelli, davanti al liceo classico Galileo, attraversa­ndo piazza Santa Croce e piazza Duomo. Mascherine sul volto, in mano striscioni o cartelli: «La scuola è un diritto, la Dad un delitto»,

❞ Grieco Non si può lasciare tutto sulle spalle dei dirigenti scolastici in nome dell’autonomia. Serve una cornice definita

❞ Di Giorgi I lavori necessari di edilizia leggera, di arredo, di sanificazi­one, si potranno effettuare rapidament­e grazie ai poteri dati ai sindaci

«La scuola si fa a scuola». E manifestaz­ioni si sono svolte anche a Pisa, Livorno, Pontedera, Lucca, Arezzo, Pistoia, Prato, Massa Carrara.

Le regole per la ripartenza scolastica ipotizzate dal governo prevedono lezioni anche il sabato, frequenza a turni differenzi­ati, organizzaz­ione della classe in più gruppi di apprendime­nto, dando molto spazio ad enti locali e presidi per l’organizzaz­ione. Le linee guida devono avere il via libera da Regioni, Comuni e Province, ma così come sono state proposte non piacciono: la conferenza Stato-Regioni prevista per ieri è stata così spostata a oggi. «Non si può lasciare tutto sulle spalle dei dirigenti scolastici in nome dell’autonomia. L’autonomia è giusto valorizzar­la, ma in una cornice definita» commenta l’assessore all’istruzione della Regione Toscana Cristina

Grieco. Per la parlamenta­re Pd Rosa Maria di Giorgi, ex assessore all’istruzione di Firenze, la proposta del governo è invece «soddisface­nte e ben praticabil­e» fondata su «autonomia scolastica e flessibili­tà, patti territoria­li e responsabi­lità dei dirigenti, dei sindaci, degli uffici scolastici regionali, delle Regioni». «I lavori necessari di edilizia leggera, di arredo, di sanificazi­one, si potranno effettuare rapidament­e attraverso i poteri commissari­ali assegnati ai sindaci per il Covid — scrive Di Giorgi su Facebook — se si dovranno assumere a tempo determinat­o docenti abbiamo le risorse per farlo (o comunque è ovvio che gli istituti avranno a disposizio­ne tutto ciò che serve per garantire la scuola ai ragazzi, compreso il trasporto e il sostegno)».

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(foto Sestini) Alcuni docenti con bambini al seguito nella tappa di piazza Santa Croce del corteo di ieri pomeriggio
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A Firenze ieri pomeriggio erano in 300 a manifestar­e per la scuola

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