Corriere Fiorentino

Il trasferime­nto

Chiuso il macello dell’isola di Gorgona Salvi gli animali

- Alfredo Faetti

I primi a salire a bordo sono stati 85 esemplari tra pecore e galline. Animali che il governo aveva inizialmen­te destinato al macello, così come tutti quelli presenti sull’isola di Gorgona, 558 in tutto, ma che alla fine hanno trovato la salvezza grazie all’impegno del direttore del carcere Carlo Mazzetto, alla Lave al sottosegre­tario alla Giustizia Vittorio Ferraresi, che hanno riportato in vita il cosiddetto «Modello Gorgona», pensato come una rieducazio­ne e un reinserime­nto dei detenuti attraverso il contatto e il lavoro con gli animali. Un’esperienza interrotta bruscament­e tra il 2015 e il 2019, quando la spending review portò a tagliare in modo sostanzial­e i contributi per il carcere di Gorgona. Talmente tanto, che venne deciso di alienare (cioè vendere) gli animali presenti destinando­li così alla macellazio­ne. Ne sono seguite battaglie, culminate poi con il Protocollo d’Intesa tra casa circondari­ale, Lav e Comune di Livorno per salvare gli animali e dare seguito al modello. Il patto prevede questo: 108 animali resteranno sull’isola a contatto con i detenuti, mentre 450 lasceranno l’isola e verranno destinati a rifugi specializz­ati che si prenderann­o cura di loro. I primi 85 sono salpati ieri, sotto le cure di tecnici e veterinari, a bordo di quelli che i volontari Lav chiamano «L’Arca della libertà» e saranno trasferiti al centro recupero di Sempronian­o. «Un sogno che portiamo avanti da anni e che finalmente si realizza, anche grazie all’impegno del Sottosegre­tario alla Giustizia Vittorio Ferraresi — spiegano dalla Lav — Dopo aver firmato un Protocollo di Intesa con il Comune di Livorno e la Casa Circondari­ale, abbiamo ottenuto la chiusura del macello dell’isola e la salvezza di tutti gli animali».

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Un asinello con uno dei volontari

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