Corriere Fiorentino

Maggio, la scommessa di Pereira «Voglio capire chi vuole spendere»

Il sovrintend­ente: pochi paganti, ma o riesco a trovare chi ha voglia di spendere o avrò fallito

- Edoardo Semmola

I biglietti a cento euro? «Se questo teatro vuole avere una programmaz­ione internazio­nale di grande qualità dobbiamo cercare chi è disposto a pagare di più». Parola di Alexander Pereira, sovrintend­ente del Maggio: «Avevo bisogno di una risposta a questa domanda: quanti siete a Firenze disposti a farlo?».

Non gli importa che la sala sia più che mezza vuota (quasi) ogni volta. Non gli importano le proteste e i dubbi di alcuni melomani e di alcuni politici sul fatto che cento euro a biglietto forse sono un po’ troppi. E che è anche per questo, forse, che la platea del Maggio ultimament­e somigliava a un deserto. Alexander Pereira ha in mente una scommessa fin dal suo primo giorno di insediamen­to. E l’emergenza covid non ha cambiato le cose. «O la va o la spacca». Un all-in. «Tutto o niente. Nel senso che o riesco a trovare più persone che hanno voglia di spendere tanto per venire al Maggio, o avrò fallito», dice il sovrintend­ente del teatro.

Lui considera questi cinque concerti appena trascorsi — con pochissimo pubblico: quasi tutti 90 persone su 200 posti a disposizio­ne da normative anti-contagio in una sala da 1.800 — e i prossimi due come un test. «Un test sulla capacità di attrarre pubblico in streaming, soprattutt­o». E sulle capacità dei portafogli. «Se questo teatro vuole avere una programmaz­ione internazio­nale di grande qualità dobbiamo cercare chi è disposto a pagare di più — prosegue il manager venuto dalla Scala di Milano — avevo bisogno di una risposta a questa domanda: quanti siete a Firenze disposti a farlo? Bella o brutta, la risposta l’ho avuta». Eccola: sono poco meno di un centinaio le persone che hanno pagano 100 euro a testa per tornare al Maggio. Sempre le stesse persone, soprattutt­o. In questi cinque concerti postlockdo­wn, dal ritorno di Zubin Mehta il 17 giugno alla fine del mese, sui 200 posti disponibil­i dalle normative anti covid sono stati 90 i biglietti staccati quasi ogni sera. Con due eccezioni: i 115 per la serata mozartiana con il maestro Mehta e il soprano Eva Mei del 20 giugno. E soprattutt­o quella del 23 con la bacchetta indiana e il pianista Daniel Barenboim fianco a fianco. In quel caso, ma solo in quello, si è raggiunto quota 200. La serie dei cinque è partita il 17 giugno con il primo concerto in Italia dell’era post covid, con Mehta e il violonista Leonidas Kavakos. Poi la serata mozartiana e Barenboim. Infine la direzione di Daniele Gatti il 27 giugno e ancora Mehta il 30. Restano gli ultimi due: il 3 e il 7 luglio. Sempre con Zubin Mehta sul podio. Per ora le prevendite parlano di numeri in linea con le altre serate. Forse l’ultimo, con la «Missa in tempore belli» di Haydn, andrà meglio.

Il dibattito in città è aperto. Cento euro a biglietto sono troppi? E perché non prevedere anche prezzi più popolari, per riempire? La vice presidente della Regione Toscana, Monica Barni, ha avuto toni molto duri nei confronti del sovrintend­ente su questo fronte. Appellando­si alla funzione pubblica di un teatro per gran parte finanziato da denaro pubblico. E chiedendo «attenzione alle fasce meno abbienti». Sulla sua scia anche il vice presidente del consiglio regionale, il forzista Marco Stella. Lui ha criticato anche lo stipendio di Pereira — 20 mila euro al mese più 3 di media di rimborsi — a fronte di risultati «ancora da vedere». E anche lui ha criticato l’alto prezzo del biglietto.

Ma Pereira da quel punto di vista non fa mezzo passo indietro. Va dritto per la sua strada. «La media di 30 euro durante la stagione del Maggio è la più bassa che abbia mai visto — prosegue — e credo sia il problema principale di questo teatro. Speravo che i fiorentini avessero più voglia di spendere. Non ce l’hanno? Allora puntiamo sui turisti. E magari, se aumentiamo ancora di più la presenza di star sul palco e la qualità delle rappresent­azioni, magari anche i fiorentini rispondera­nno in modo diverso». Questo però non significa lasciare perdere tutti gli altri: «Se non trovo modo di fare anche prezzi sociali, lo considerer­ò un fallimento. Però prima devo trovare chi è in grado di pagare di più e oggi non lo fa. La prossima stagione avremo prezzi anche più alti di cento auro. Ma anche più bassi».

❞ Prime delusioni Mi aspettavo qualcosa di più dai fiorentini, la media di 30 euro durante la stagione è la più bassa

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Il sovrintend­ente Alexander Pereira sul palco dopo la riapertura del Maggio

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