Paolo Bambagioni (Pd)
«Chi ha messo soldi ora comanda Il killer? La politica»
Chi è il killer della Mukki? Paolo Bambagioni, consigliere regionale del Pd e presidente della Centrale del latte di Firenze dal 2007 al 2010, non ha dubbi: la politica. «C’è tanta ipocrisia in quello che sta succedendo e che era prevedibile. Se ti ritiri da una società, chi ci mette i soldi e se la compra poi comanda. C’è una responsabilità piena del Comune di Firenze e della Regione che adesso si stracciano le vesti».
Ma c’era anche una legge che imponeva agli enti pubblici di dismettere le partecipazioni non strategiche: avrebbero dovuto violarla?
«Bastava redigere una delibera nella quale si dichiarava la strategicità dell’azienda. Hanno detto, anche dileggiando chi come me sosteneva il contrario, che per un ente pubblico non era strategico produrre yogurt. Così l’hanno venduta».
Cosa produceva allora la Mukki che doveva essere salvaguardato?
«Una filiera che dà lavoro a circa mille persone tra allevatori, dipendenti e indotto. E garantisce qualità del prodotto e cura del territorio».
La Mukki stava in piedi, ma non erano piedi solidi: nel 2010, all’epoca della sua presidenza, aveva debiti per circa 70 milioni.
«Il sindaco Domenici ci impose di lasciare la sede e realizzare un capannone alla Mercafir perché da dove eravamo noi doveva passare l’Alta velocità. Quando chiedemmo i soldi ci risposero di andare a prenderli in banca. Solo la regione dette 10 milioni di euro, quando ci costrinsero ad indebitarci per oltre 30».
Poco dopo il suo mandato terminò e la storia ha preso la piega che oggi presenta i suoi frutti.
«Quando arrivò Matteo Renzi sindaco, a me, che avevo sostenuto Lapo Pistelli venne detto che sarei stato sostituito da un uomo di sua fiducia. Tornai alla politica, ma alla Mukki ho lasciato il cuore e mi raccomandai che non venisse interrotto il percorso di risanamento. Invece si decise che la strada da seguire era la privatizzazione».
Adesso lei propone alla Regione di ricomprare la Mukki: è possibile?
«Basterebbe volerlo. Sono talmente tanti i fondi che la Regione spende per questioni discutibili che 50 milioni si possono trovare: sarebbe un’operazione storica».
Ma perché la Regione dovrebbe ricomprarsi oggi l’azienda dopo che non ha voluto sottoscrivere l’aumento di capitale che — se varato — avrebbe evitato l’arrivo di Newlat Food?
«Cambiare idea è la cosa più bella che può accadere nella vita. Ed è segno di intelligenza. Purtroppo la nostra classe politica non ha brillato per capacità e lungimiranza».
❞ Comune di Firenze e Regione hanno grandi responsabilità