«Indagini tempestive e accurate, la sentenza su Duccio ci premia»
Il procuratore capo Creazzo sulle condanne ai cinque rom
«La sentenza per la morte di Duccio Dini conferma la tempestività della giustizia e la bontà del lavoro svolto da Procura e Tribunale». Non nasconde soddisfazione il procuratore Giuseppe Creazzo per la decisione al processo per la morte del ventinovenne fiorentino travolto e ucciso il 10 giugno 2018, in via Canova, durante un inseguimento tra rom, impegnati in una spedizione punitiva.
La Corte d’assise ha inflitto pene fino a 25 anni e 2 mesi di reclusione a cinque rom accusati di omicidio volontario sotto il profilo del dolo eventuale e ha assolto gli altri due imputati, che a bordo di un furgoncino avevano partecipato solo alla fase iniziale dell’inseguimento, rimanendo bloccati da un guasto alla ruota.
«Si è trattato di un fatto gravissimo che è stato giustamente giudicato dalla Corte d’assise come omicidio volontario così come era stato ipotizzato dal pm Tommaso Coletta». E, da magistrato garantista, aggiunge: «Sia chiaro: resta ferma la presunzione d’innocenza che deve essere rispettata fino alla sentenza definitiva».
Non è la prima volta che si arriva a chiudere un processo nell’arco di pochi mesi su omicidi efferati. «Tempestiva e scrupolosa fu anche la complessa inchiesta sulla tragica fine di Ashley Olsen (la donna statunitense che aveva deciso di vivere a Firenze, trovata priva di vita nel suo appartamento dell’Oltrarno il 9 gennaio 2016, ndr) — prosegue il procuratore — ad un anno dal
Soddisfazione e garantismo «Si è trattato di un fatto gravissimo che è stato giudicato come omicidio volontario. Resta la presunzione d’innocenza fino alla Cassazione»
fatto fu condannato a 30 anni il senegalese Cheik Diaw, sentenza diventata definitiva un anno fa».