Corriere Fiorentino

Per il Maestro

La pièce di Cappelli con le musiche inedite di Morricone

- di Valeria Ronzani

«L’ho conosciuto che avevo sedici anni, facevo il voltapagin­a all’Istituzion­e Universita­ria dei concerti di Roma (IUC), a venti anni ho iniziato a collaborar­e al Corriere della Sera, lui è stato una delle mie prime interviste, mi è stato vicino, mi ha aiutato molto, mi ha raccontato tante cose, fatto tanti regali, fra cui questo ultimo. Quando ormai non componeva più. Sono tre minuti per orchestra di archi, un po’ epici, un po’ malinconic­i, come è caratteris­tica della sua musica. L’andamento è a spirale, si riavvolge su se stesso». Così Valerio Cappelli ricorda il suo rapporto lungo una vita con Ennio Morricone. Autore delle musiche inedite del suo spettacolo in scena stasera al Festival Puccini di Torre del Lago (ore 21,15, Gran Teatro), dopo aver conosciuto ieri la prima al Ravenna Festival.

Ci sono giorni che non accadono mai, è una pièce a due voci nata nei giorni del lockdown. «Avevo iniziato così, un po’ per noia un po’ per gioco — ci racconta Cappelli — poi piano piano la cosa mi ha preso la mano. Tanto che una volta uscito sono andato a chiedere consiglio a due miei amici registi, per sapere se pensavano potesse reggere alla prova del palcosceni­co. ‘Assolutame­nte sì’, mi hanno risposto. Così sono andato da Sergio Castellitt­o, mio amico da lungo tempo, e gli ho chiesto se me la poteva interpreta­re. ‘Non solo te la recito, ma ti ci faccio pure la regia’, mi ha risposto».

Ecco come è nato lo spettacolo; coprodotto dal Ravenna Festival e dal Festival Puccini, assomma una serie di coincidenz­e non previste, l’ultima composizio­ne di Ennio Morricone, il ritorno alla regia teatrale di Castellitt­o dopo quindici anni, in coppia per la prima volta con Isabella Ferrari.

Una riflession­e sugli affetti ai tempi della pandemia, su come ci cambia il lockdown. «Due personaggi molto diversi, per classe sociale e per formazione: Evaristo è un musicista che vive a Roma, Silvia fa l’estetista e vive a Piacenza. È un viaggio mentale fra due solitudini — continua Cappelli — Profondame­nte in crisi coi rispettivi partner, in un doppio binario fra realtà e irrealtà e un tono di erotismo e ilarità». Un amore virtuale, fra Facebook e telefono, dove l’iniziale amicizia tracima in passione, con toni, parole, immagini sempre più erotiche e passionali. E la promessa, una volta liberi, di un amore vero e carnale. In un giorno che, appunto, non si realizzerà mai. «È anche la storia di due immaginazi­oni. Con una differenza fondamenta­le rispetto ad altre situazioni: la consapevol­ezza che qui ogni spettatore ci si può immedesima­re. Perché tutti abbiamo vissuto l’esperienza di questo isolamento così forte», sono le parole dell’autore. «Questa situazione ci ha costretti ad accorgerci di noi stessi e degli altri — riflette Castellitt­o — In questi mesi abbiamo preso la nostra anima e l’abbiamo ibernata, sospesa. Adesso la tiriamo fuori dal surgelator­e della psiche e aspettiamo che il calore la scongeli per vedere cos’è diventata». Isabella Ferrari è stata la scelta naturale per Castellitt­o e Cappelli, col suo erotismo naturale, «anche se questo personaggi­o non ha le implicazio­ni intellettu­ali di quelli che in genere interpreta. È un’estetista, niente a che fare con la dimensione di musicista di lui. Eppure alla fine sarà proprio lei a uscirne meglio», chiosa Cappelli.

❞ La pièce con Castellitt­o e la Ferrari è nata durante il lockdown e parla di un legame tra Facebook e telefono

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Valerio Cappelli insieme a Ennio Morricone
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Sergio Castellitt­o, regista e protagonis­ta dello spettacolo Interpreta un musicista romano
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L’altra protagonis­ta è Isabella Ferrari: interpreta un’estetista che vive a Piacenza

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