Corriere Fiorentino

La carica di Ceccardi: «Per noi sta finendo un’attesa lunga 50 anni»

- M.F.

Matteo Salvini, Giorgia Meloni e (al telefono) Silvio Berlusconi per lanciare Susanna Ceccardi governatri­ce. «Aspettiamo da 50 anni questo cambiament­o, ora è a portata di mano».

La piazza alla fine si riempie (1.500-2.00o persone) scacciando via uno dei timori. L’altro, quello vero, è il risultato di lunedì. È un andamento lento con tanta preoccupaz­ione, quello di piazza Santissima Annunziata per Eugenio Giani, candidato del centrosini­stra. Prima i video (Jacopo Melio, Elly Schlein, Stefano Bonaccini, Paolo Vallesi, Chiara Francini, Giuseppe Sala). Si suona dal palco «Imagine», risposta a Susanna Ceccardi che definiva la canzone comunista. In prima fila, i due ex presidenti regionali Claudio Martini e Vannino Chiti, il quasi ex Enrico Rossi. Arriva anche Matteo Renzi, c’è Riccardo Nencini. Paolo Hendel cita l’appello degli intellettu­ali e dei «mille per Giani» e irride la Lega: «Salvini un giorno si mette la mascherina un giorno no: un po’ come l’antifascis­mo della Ceccardi». La piazza si scalda quando l’attrice Gaia Nanni introduce il sindaco Dario Nardella e Rossi. Il primo urla: «Sono lupi vestiti da agnelli, la Lega è un volto intolleran­te che non fa parte del nostro territorio». Rossi finirà in standing ovation: parla degli «interessi» della Lega, portare in Toscana la sanità privata e le aziende lombarde che costruisco­no incenerito­ri, «Ceccardi ne vuole uno in ogni provincia». Ricorda tutte le crisi aziendali seguite e conclude citando l’unità della Liberazion­e: «L’errore che abbiamo commesso è non aver unito forze diverse. Ai compagni di sinistra, ai tanti compagni nel M5S: votate come credete ma per il presidente scegliete Giani». Poi ecco Giani sul palco. «Siamo a un bivio decisivo: su sanità, economia, cultura. Il modello Toscana. È la scelta tra rinnovamen­to e pessimismo cosmico di Salvini: toscani, evitate la colonizzaz­ione di assessori Sanità dalla Lombardia», attacca Giani. Ma, dopo aver snocciolat­o tutto il programma (asili nido, patto sul lavoro, fondi europei), alla fine resta l’appello al voto da sinistra: «Non ci sarà ballottagg­io, siamo già sopra al 40%, non disperdete voti», insomma votate il vostro partito ma «scegliete me, date alla Toscana una luce per il futuro». Si chiude con «La storia siamo noi» e poi parte un coro: «Bella Ciao». Chissà se raccoglier­anno l’appello: intanto Tommaso Fattori, candidato di Toscana a sinistra, annuncia che nella sua giunta entrerebbe­ro lo storico dell’arte Tomaso Montanari e l’urbanista Anna Marson.

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