Il biglietto dell’omicida «Temo porti via la bimba»
La tragedia di Vaiano: nel foglio ritrovato dai carabinieri il movente del gesto
«Ho paura che mi porti via la bambina». Leonardo Santini, 50 anni, che giovedì scorso ha ucciso la propria compagna, Claudia Corrieri, di 38 per poi togliersi la vita gettandosi da un ponte avrebbe espresso questo tormento nel biglietto ritrovato dai carabinieri nella casa dove la coppia viveva, nella frazione vaianese de La briglia, in provincia di Prato.
«Ho paura che mi porti via la bambina». Leonardo Santini, 50 anni, che giovedì ha ucciso la propria compagna, Claudia Corrieri, di 38 per poi togliersi la vita avrebbe espresso questo tormento nel biglietto ritrovato dai carabinieri nella casa dove la coppia viveva, nella frazione vaianese de La briglia, in provincia di Prato. Nel foglio si fa riferimento a criticità nel rapporto sentimentale e al rischio che la convivente potesse rivendicare l’affidamento esclusivo della bambina che la coppia aveva avuto circa due anni fa, subito dopo che la loro relazione era cominciata. La figlia, ieri mattina, era stata portata dai nonni paterni dai suoi genitori.
La dinamica del femminicidio e del successivo suicidio è oramai nitida. Ad occuparsi del caso sono stati i carabinieri, che giovedì alle 12.30 a San Marcello Pistoiese erano intervenuti sul ponte sospeso, dove era stato segnalato uno zaino abbandonato. Il corpo senza vita di un cinquantenne disoccupato era stato ritrovato poco dopo nel torrente Lima. L’uomo aveva tagli sulle mani e una fasciatura. Un particolare che ha destato i sospetti dei militari, così come i fazzoletti sporchi di sangue ritrovati nella sua auto poco dopo.
Nel pomeriggio la tragica scoperta: nella camera da letto della casa della coppia, viene rinvenuto il cadavere della donna, con una profonda ferita all’altezza della gola provocata da un’arma da taglio, probabilmente un coltello o un paio di forbici che gli investigatori stanno analizzando. La procura di Prato che indaga sul caso ha disposto le autopsie sui due corpi.
Non risultano agli inquirenti denunce per precedenti maltrattamenti in famiglia, né interventi delle forze dell’ordine per liti tra i due conviventi, che pure — spiegano i vicini — erano soliti discutere animatamente negli ultimi mesi.
Nemmeno al Comune di Vaiano erano giunte richieste di aiuto di alcun tipo: «È un dolore immenso quello che sta vivendo la comunità di Vaiano, ci sentiamo vicini alle famiglie, condividiamo una sofferenza che è anche la nostra, pensiamo al futuro di una bambina che vorremmo poter aiutare. Non posso e non voglio entrare nel merito di questa particolare vicenda. Questa tragedia —spiega il sindaco di Vaiano, Primo Bosi — ci spinge con maggiore risolutezza a impegnarci per promuovere, specialmente tra i giovani, una nuova cultura delle relazioni tra persone, fondata sul rispetto delle donne». «Il nostro impegno in questi anni per combattere la violenza di genere, per una legge che tuteli i figli vittime di femminicidio, per una cultura del rispetto deve essere ancora più forte», ha commentato in una nota il sindaco di Prato Matteo Biffoni.