Una sfida fino all’ultimo minuto
Ceccardi con i leader «Eppur si muove...» La telefonata del Cav
«Aspettiamo da 50 anni questo cambiamento, ora è davvero a portata di mano». Susanna Ceccardi sigilla l’evento conclusivo della sua campagna elettorale in piazza della Repubblica, con circa 2 mila persone, contornata dai sindaci toscani del centrodestra. Il messaggio è chiaro: sappiamo amministrare le città, possiamo farlo anche in Regione, ci crediamo. E mostrano di crederci i leader nazionali che la sostengono, che si alternano con interventi dai tempi televisivi: 7 minuti a testa fatti rispettare tassativamente dalla macchina organizzativa salviniana. Con sorpresa al telefono. «Questa campagna elettorale ci porterà per la prima volta nella storia a governare qui», dice in collegamento la voce di Silvio Berlusconi. Sul palco si danno il cambio il vicepresidente di Forza Italia Antonio Tajani, che mette l’accento «sull’unità della coalizione di centrodestra ovunque si voti», introducendo il tema del «clientelismo di sinistra da sconfiggere» e Giorgia Meloni che attacca il presidente uscente o Rossi: «Ha preso un avviso di garanzia perché ha brigato con i francesi facendo un bando miliardario» per la gara per il trasporto pubblico locale vinta dai transalpini di
Ratp. La leader di Fratelli d’Italia sottolinea poi il fatto che il candidato del centrodestra sia una donna. Una donna e una madre, come più volte emerge nella narrazione della campagna del centrodestra e come la stessa Ceccardi rimarca nel suo appello al voto. Poi tocca a Matteo Salvini, il più acclamato. A lui sono affidate le ultime stoccate, davanti a una piazza in cui sventolano solo due tipi di bandiere, quella italiana e quella del Gran Ducato di Toscana: «Non sarà un voto ideologico, noi non vogliamo importare qui altri modelli, questa è la terra di Michelangelo e Galilei e mi vien da dire dopo 50 ‘la Toscana eppur si muove’». Il leader del Carroccio ringrazia la vedova del ristoratore fiorentino che si è tolto la vita spaventato dalle conseguenze del Covid: «Non so dove sia seduta: le voglio dire che noi non promettiamo miracoli, ma aiuti veri ai dimenticati dalla Regione». Conclude Ceccardi con i sindaci: ripercorre i punti forti del suo programma e dice che l’avversario Eugenio Giani le sta «simpatico» ma che sa già «che i partiti che lo sostengono scaricheranno su di lui la colpa della sconfitta».