Corriere Fiorentino

«Dopo 39 anni vogliamo la verità sul Mostro»

La sorella della donna uccisa a Scandicci nel 1981 si costituisc­e al processo contro l’ex legionario

- Antonella Mollica

C’è un’altra famiglia che chiede la verità sui delitti del Mostro. È la famiglia di Carmela De Nuccio, uccisa sulle colline di Scandicci la notte tra il 6 e il 7 giugno 1981, il terzo delitto della serie. Carmela, 21 anni, pellettier­a, era fidanzata con Giovanni Foggi, 30 anni, dipendente dell’Enel. ù

Quella sera, dopo aver cenato a casa di Carmela, i due fidanzati escono per una passeggiat­a e si appartano nell’auto, una Ritmo Fiat, tra gli ulivi a Mosciano. Lì furono sorpresi dal killer che prima sparò otto colpi di pistola, poi infierì su entrambi con il coltello, infine asportò a lei il pube. Adesso, dopo i familiari dei francesi, uccisi agli Scopeti nel 1985, anche la sorella di Carmela, Rosanna, oggi 58 anni, chiede che non si chiuda definitiva­mente il sipario sul Mostro di Firenze.

Per questo si è affidata all’avvocato Antonio Mazzeo chiedendo di costituirs­i nel procedimen­to per la catena degli otto duplici delitti che vede imputati l’ex legionario, 90 anni a novembre, e quello che fu il suo medico curante, 90 anni il prossimo maggio.

La donna ha deciso di avvalersi della collaboraz­ione del documentar­ista Paolo Cochi, che segue da più di vent’anni l’inchiesta, per le indagini difensive. La famiglia di Carmela all’epoca dei processi contro Pacciani e i compagni di merende, non si costituì parte civile. Alla luce dell’ultima inchiesta ha invece deciso di farlo: «Voglio andare a fondo sul delitto di Carmela — ha detto — dopo aver approfondi­to i delitti con l’aiuto di Paolo Cochi ho deciso di dare mandato a un avvocato. Nessuno potrà restituirm­i mia sorella, ma una ricerca seria della verità è un atto dovuto nei confronti di quei poveri ragazzi uccisi».

Il primo ottobre ci sarà l’udienza in tribunale, davanti al gip Angela Fantechi, che dovrà decidere sulla posizione degli ultimi due indagati. Il procurator­e aggiunto Luca Turco, che ha ereditato l’inchiesta senza fine dal pm Paolo Canessa, ha chiesto l’archiviazi­one per entrambi gli indagati, l’ex legionario e il medico, ritenendo di non avere elementi sufficient­i per portarli a processo ma i familiari di Michel Kraveichvi­li e Nadine Mauriot, le ultime vittime della serie, con l’avvocato Vieri Adriani hanno fatto opposizion­e.

Nella sua richiesta di archiviazi­one la Procura spiega che «nonostante le approfondi­te indagini svolte il quadro indiziario risulta fragile e incerto, non certo suscettibi­le ad assurgere a dignità di prova, nè tale da essere in alcun modo ulteriorme­nte corroborat­o con ulteriore attività investigat­iva, tenuto anche conto del lungo tempo trascorso dai fatti».

Le indagini infinite «È un atto dovuto nei confronti di quei poveri ragazzi, nessuno li potrà restituire»

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Le vittime Giovanni Foggi e Carmela De Nuccio

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