IL RISCHIO TOSCANEXIT E UNA CURA
Quasi immobili ma felici. In Toscana, a distanza di venti anni, sono rimasti pressoché uguali anche i risultati delle Regionali. Nel 2000 Claudio Martini sconfisse Altero Matteoli 49,3% a 40,05%. Oggi Eugenio Giani batte Susanna Ceccardi 48,6% a 40,4%. Economisti e intellettuali hanno da tempo sepolto il mito della Toscana felix, ma il risultato delle elezioni di lunedì ha confermato che, nonostante tutto, la maggior parte dei toscani vive bene in questa terra. Ma con il Covid che ha devastato il sistema produttivo, senza un massiccio intervento della politica, questo paradigma è destinato a naufragare per sempre. In Toscana, secondo le previsioni Irpet, nel 2020 il Pil subirà un calo dell’11%, ancora più drastico rispetto al 9% dell’Italia: export e turismo, il cuore dell’economia, sono al palo. E la pandemia ha aumentato anche la distanza tra centro e periferie. In particolare sulla costa l’elettorato ha espresso il proprio malessere verso il centrosinistra. Per il neo governatore Eugenio Giani, forte di un ampio recupero di consensi, è l’occasione di ricucire il territorio lanciando un piano contro la «Toscanexit» sfruttando anche i miliardi del Recovery fund. Sono cinque, oltre alla nuova pista aeroportuale di Firenze, le infrastrutture paralizzate o in attesa di partire che stanno acuendo la crisi economica di periferie e aree interne, sempre più lontane dai centri-locomotiva. Cinque grandi opere per rilanciare la Toscana oltre la sindrome del cipresso e riuscire a (ri)attrarre gli investimenti internazionali e delle grandi aziende.
1) I cantieri per il sottoattraversamento Tav sono un’incompiuta che ha declassato la Toscana in ambito ferroviario e sta impedendo il potenziamento del trasporto pubblico regionale su ferro.
2) A Piombino è vitale il completamento della strada 398. Lo Stato, attraverso Cdp, si appresta a entrare nel capitale di Jsw. Ma per far sì che tale intervento non naufraghi nel puro assistenzialismo statale è vitale realizzare un vero collegamento tra il porto, la più importante realtà siderurgica del Centro Italia, e il resto del mondo.
3) A Livorno serve un’accelerazione per trovare i soldi e potenziare il porto con la Darsena Europa, svolta che secondo l’Irpet varrebbe mille nuovi posti di lavoro.
4) La mancata realizzazione della Tirrenica, con un’Aurelia che versa ormai in condizioni drammatiche, continua a spingere la Maremma sempre più lontano da tutto e tutti. Il tempo è scaduto da 30 anni: nemmeno i governi «amici» di Renzi e Gentiloni sono riusciti a sbloccare una drammatica impasse, magari questa è la volta buona.
5) Il nuovo governatore dovrà essere in prima linea per il completamento della rete 5G su tutto il territorio per evitare il consolidamento della frattura fra aree urbane e aree interne e collocare la nostra regione al top nel processo di digitalizzazione. O la Toscana nei prossimi 5 anni fa uno scatto in avanti, o scivolerà fuori dall’Europa che conta