Corriere Fiorentino

Eletti, anzi no, oppure forse se... Il limbo di chi aspetta i riconteggi

Seggi ancora in ballo 3 giorni dopo il voto, colpa del sistema elettorale

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Candidati eletti, poi esclusi. Altri che alzano bandiera bianca e poi si ritrovano in Consiglio. È il destino di un sistema elettorale, quello della Regione Toscana, un po’ complicato, ma anche di seggi che non sono ancora stati in grado, a oltre due giorni dalla chiusura delle urne elettorali, di fornire i dati definitivi. Succede a Pisa, con 10 sezioni ancora da conteggiar­e, ad Arezzo, con altre 4, e infine a Viareggio, con 1 seggio. Quindici casi, che tuttavia non dovrebbero probabilme­nte incidere sul risultato finale, che al momento sembra consolidat­o per (quasi) tutti i contendent­i.

Non è stato così nelle scorse ore quando, almeno fino a martedì sera, il leghista pratese Daniele Spada poteva stappare lo spumante per un’elezione al cardiopalm­a che l’aveva visto primeggiar­e di un soffio sulla collega di partito Diletta Bresci. Niente da fare per lui, ieri i voti per la Lega nel collegio di Prato sono stati superati da quelli di Siena e Grosseto, con quest’ultima circoscriz­ione che viene premiata e manderà in Consiglio regionale Andrea Ulmi. Con buona pace di Spada e del senese Riccardo Galligani, fuori di un soffio. Inoltre, nella Lega, lunedì sera, aveva creato non poca confusione l’assegnazio­ne del seggio su Firenze città: Giovanni Galli, il più votato, era anche nel listino bloccato; qualcuno aveva pensato che toccasse quindi al secondo candidato più votato, ma la legge è chiara, il collegio prevale sul listino: così, il secondo arrivato, il consiglier­e uscente Jacopo Alberti, si è dovuto rassegnare, niente secondo mandato per lui.

Confusione anche in Fratelli d’Italia, che sarà titolare di 4 seggi in Consiglio. Sicuri di essere dentro sono Francesco Torselli (Firenze 1), Gabriele Veneri (Arezzo) e Vittorio Fantozzi (Lucca). Al momento, risulta eletto anche Alessandro Capecchi (Pistoia), ma visto che le distanze non sono enormi e a Pisa mancano 10 sezioni da conteggiar­e, a sperare in un miracolo (700 voti da recuperare) è Matteo Bagnoli. Quest’ultimo, però, potrebbe arrivare comunque a Palazzo del Pegaso: visto che probabilme­nte Susanna Ceccardi rinuncerà al suo seggio per restare a Bruxelles come europarlam­entare, in base a un complicato calcolo dei quozienti il posto lasciato vuoto spetterebb­e a Fratelli d’Italia (e quindi all’esponente pisano) e non alla Lega o a Forza Italia.

Nel centrosini­stra, invece, la situazione tra i candidati eletti sembra salda, non ci sono dubbi tra i quozienti dei diversi collegi di Pd e Italia Viva. Ma ci sono comunque due incognite. La prima riguarda Orgoglio Toscana, la lista che si è fermata a 836 voti dal quorum del 3 per cento (ha ottenuto il 2,95) e ora chiede il riconteggi­o delle schede, visto il margine ridotto. Non ci sarà alcun riconteggi­o, in realtà, solo un conteggio: quello che il Tribunale deve fare per formalizza­re il risultato, visto che i dati della Regione non sono ufficiali e si basano sulle comunicazi­oni dei Comuni e non sui registri dei seggi. Difficile comunque per la lista di Paolo Bambagioni, Maurizio Folli e Massimo Pieri riuscire in una rimonta così ardua.

Pur sempre complicato, ma appena meno improbabil­e, la missione di Sinistra Civica Ecologista: si è fermata al 2,96 per cento, 647 voti sotto lo sbarrament­o; e c’è da tener conto che a Pisa città, dove mancano i dieci seggi, la sinistra ha il suo miglior risultato con un clamoroso 10,5 per cento. Chi deve tremare? Quasi certamente nessuno, ma in teoria se Sinistra Civica Ecologista e Orgoglio Toscana compissero la rimonta, a saltare non sarebbero i seggi di Italia Viva, ma quelli del Pd: il primo a Pistoia, col secondo consiglier­e eletto, Marco Niccolai; il secondo, a Siena, con la seconda in lizza, Anna Paris. In questo caso, a sperare nella roulette russa, pur con chance più teoriche che reali, sarebbero Paolo Malacarne (per Sinistra Civica Ecologista) e Paolo Bambagioni (Orgoglio Toscana).

Quasi al traguardo La lista di Giani «Orgoglio Toscana» e Sinistra Civica Ecologista si sono fermati a 800 e 600 voti dall’ingresso in Consiglio regionale

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