La grande bellezza: qui non ci si ferma, ci si sofferma
Che il Giardino delle Rose sia bello, non c’è bisogno di dirlo: con una tal vista, aggiungere il roseto è quasi troppo. Ma la sua vera bellezza sta proprio nella sua natura di anomalia. Anomalo nella nascita – voluto dal Poggi, sotto al quale agiva il giardiniere Pucci, fu l’unico gesto romantico di un uomo che non si faceva problemi a tirar giù interi quartieri – e anomalo nella fruizione. Raccoglie infatti tutti coloro che, tra quanti tentano l’ascesa a San Miniato, si stancano presto, si distraggono o sono attratti da quel cancello aperto. Quegli animi più sensibili, o lunari, o delicati (ben rappresentati dalle sculture di
Folon arrivate successivamente) per i quali una via crucis è troppo anche da semplice visitatore, e preferiscono soffermarsi qui – al Giardino delle Rose non ci si ferma, ci si sofferma – prima di ripartire o, più spesso, scendere, come se, già saturi di bellezza, non restasse loro che tornare a valle.