Corriere Fiorentino

La grande bellezza: qui non ci si ferma, ci si sofferma

- Di Vanni Santoni

Che il Giardino delle Rose sia bello, non c’è bisogno di dirlo: con una tal vista, aggiungere il roseto è quasi troppo. Ma la sua vera bellezza sta proprio nella sua natura di anomalia. Anomalo nella nascita – voluto dal Poggi, sotto al quale agiva il giardinier­e Pucci, fu l’unico gesto romantico di un uomo che non si faceva problemi a tirar giù interi quartieri – e anomalo nella fruizione. Raccoglie infatti tutti coloro che, tra quanti tentano l’ascesa a San Miniato, si stancano presto, si distraggon­o o sono attratti da quel cancello aperto. Quegli animi più sensibili, o lunari, o delicati (ben rappresent­ati dalle sculture di

Folon arrivate successiva­mente) per i quali una via crucis è troppo anche da semplice visitatore, e preferisco­no soffermars­i qui – al Giardino delle Rose non ci si ferma, ci si sofferma – prima di ripartire o, più spesso, scendere, come se, già saturi di bellezza, non restasse loro che tornare a valle.

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