Commisso: il Franchi va spostato
Il presidente della Fiorentina alza il tiro: «Stadio da demolire e ricostruire 10 metri più in là»
Rocco Commisso attacca la politica che scrive «porcherie» sullo stadio Franchi e non può chiedergli di fare concorsi per il progetto del restyling: «Con i miei soldi si fa quello che voglio io». Ma il patron viola spiega perché vuole «distruggere» il Franchi. «Lo stadio si deve muovere di 10 metri», in pratica va demolito, conservate le parti fondamentali (Maratona, scale elicoidali) che verranno poi ricostruite. E alla città dice: col nuovo stadio ci sarà un impatto economico da 5 miliardi di euro in 10 anni.
La conferenza stampa non è neanche finita. Sul suo cellulare arriva il comunicato della deputata Pd Rosa Maria Di Giorgi che chiede un «concorso di idee» per il nuovo Franchi e definisce «inappropriate» le parole di Rocco Commisso («Voglio distruggere lo stadio»), e il patron della Fiorentina sbotta: «Mi arrivano queste porcherie: i politici si stanno mettendo avanti sullo stadio. Allora io dico: mettete voi i soldi, fate come volete, con i migliori architetti del mondo. Con i soldi di Rocco si fanno le cose come voglio io. Senza stadio si “vivacchia”, ho 70 anni e io non sono venuto qui per fare questo: qualcuno si prende il rischio che io perda entusiasmo». Ma dopo un paio di sfoghi finalmente si capisce perché Commisso vuole «distruggere» il Franchi.
La domanda: perché è necessario un intervento così pesante? E la risposta è chiara: «Lo stadio si deve muovere 10 metri». Che, detta così, può sembrare un po’ fantascienza. Ma non vuole mettere le ruote allo stadio: è una più banale operazione di demolizione-ricostruzione, utilizzata già in diversi casi anche di archeologia industriale ma soprattutto nel caso dello stadio di Tirana (stesso progettista dell’eventuale nuovo Franchi, Marco Casamonti). In questo caso, «mantenendo la torre di Maratona e le scale elicoidali.
Ma tutto il resto — dice — si deve buttare giù. C’è da valutare anche il rischio sismico. La tribuna coperta, rispetto agli standard Uefa, non è a norma». Anche se pure la tribuna è sempre stata tra gli «elementi identificativi» che fanno dello stadio del Nervi un’opera da manuale dell’architettura. I dieci metri di spostamento servono per creare entrate ed uscite adatte agli stadi moderni (ora sono praticamente sulla strada), riposizionare gli altri spazi vicini che Commisso avrebbe indicato come possibile espansione della cittadella viola (i campini, il parcheggio accanto e le aree per gli skateboard). Temi discussi in modo generale con il sindaco Dario Nardella: «Ma io voglio entro due mesi andare al ministero e presentare il progetto».
È un fiume in piena, il presidente viola: la conferenza stampa per dimostrare quanto Pil, posti di lavoro e tasse nelle casse comunali porterebbe l’investimento nel Franchi, parte non con i dati ma con una lunga disamina su come negli Usa i Comuni si «scippano» le squadre di baseball e football a colpi di stadi costruiti a loro spese. Interventi inimmaginabili in Italia (anche per i differenti poteri e capacità di spesa dei Comuni), ma insomma, «si potesse fare porterei la Fiorentina in Svizzera». Ma non si può. Nell’attesa di capire come andrà avanti l’operazione, Commisso magnifica l’impatto economico (diretto ed indiretto) da cinque miliardi creabile dal volano del nuovo stadio, ricorda che lui ha bisogno di «30 mila metri quadri di commerciale fuori dallo stadio e 20 mila nello stadio», tema di cui ha parlato anche con Nardella (ma Palazzo Vecchio gli avrebbe fatto notare che magari è un po’ eccessivo per la zona, si possono trovare spazi compensativi altrove). Commisso però ricorda che il Franchi «è una delle due opzioni» per lo stadio della Fiorentina, l’altra resta quella di costruirne uno nuovo a Campi Bisenzio (anche se lo studio sull’impatto economico, in questo caso, già fatto pure questo, resta nei cassetti ed è probabile che sia molto meno pesante).
Da Palazzo Vecchio, nessun commento ufficiale: ma la prima mossa di Nardella è stata quella di incontrare proprio il sindaco di Campi, Emiliano Fossi: «Lo stadio Franchi è la prima opzione su cui lavorare, ci sono tutti gli elementi; l’alternativa è Campi Bisenzio su cui il lavoro è già avviato. Su tutte le opzioni ci sarà una stretta collaborazione istituzionale tra i due enti» è il senso dell’incontro. «Le istituzioni ci sono e la Fiorentina ha tutti gli elementi per decidere; per una questione di reciproco rispetto, attendiamo una loro scelta in tempi rapidi» dicono i due sindaci. Per Gabriele Toccafondi, deputato di Italia Viva, lo sfogo di Commisso «renderà l’iter più facile». Mentre Italia Nostra chiede, parlando di «proposta indecente» sul Franchi, maggiore trasparenza da parte di Commisso e del sindaco Nardella.
Se i politici vogliono fare loro ci mettano i soldi, con i miei soldi si fa quello che voglio io. Senza un nuovo stadio si vivacchia