Scioperi, cattedre vuote, pochi bidelli Per la scuola è una falsa partenza
L’Ufficio scolastico: nomine? Mancano solo alcuni spezzoni. Ma i genitori sono sul piede di guerra
L’avvio dell’anno scolastico assomiglia a un percorso a ostacoli: tra orari ridotti per mancanza di personale, quarantene e scioperi la scuola prosegue a singhiozzo.
Le nomine di insegnanti e bidelli hanno fatto registrare ritardi: dopo aver rilevato incongruenze l’ufficio scolastico provinciale mercoledì ha bloccato le assegnazioni di incarichi a tempo determinato per le secondarie di primo e secondo grado, pubblicate il giorno prima, per fare un controllo. Ieri pomeriggio sono uscite le graduatorie corrette. «È stato un problema durato 24 ore che riguarda una decina di docenti che dovranno cambiare scuola. Gli altri invece restano dove sono andati» afferma il dirigente dell’Ufficio scolastico fiorentino Roberto Curtolo. «Abbiamo fatto e stiamo facendo il possibile, lavoriamo al massimo delle nostre possibilità, e per quanto permesso dai tempi delle procedure». Le nomine sono state quindi fatte quasi tutte, mancano solo «alcuni spezzoni».
I ritardi nell’assunzione del personale hanno però ripercussioni su tutto il mondo della scuola. Molti istituti non possono fare tempo pieno e hanno organizzato orari provvisori. «Per un’altra settimana continueremo con orario ridotto senza la mensa» racconta una mamma dell’elementare Carducci di Firenze. «Per stare con i bambini, noi genitori stiamo continuando a prendere giorni di ferie al lavoro, non sappiamo più come fare». Sempre a Firenze, alla materna Salviati c’è un’unica maestra per 26 bambini. «È bravissima, è arrivata quevizio st’anno e sta facendo tutto da sola, compreso l’inserimento dei piccoli di tre anni» raccontano i genitori. «In una situazione straordinaria come quella di quest’anno, le indicazioni dal governo non avrebbero dovuto arrivare in tempi così lunghi» commenta da Palazzo Vecchio l’assessore all’Educazione Sara Funaro. «Queste criticità ricadono a cascata su lavoratori, famiglie e su tutti i servizi correlati, creando disagi e mettendo in difficoltà amministrazioni, ufficio scolastico e presidi che hanno lavorato senza sosta tutta l’estate per riaprire le scuole».
A Bagno a Ripoli la settimana prossima partirà la mensa ma gli alunni dovranno tornare a casa subito dopo pranzo. Anche il sindaco Francesco Casini, come altri 8 suoi colleghi, ha scritto una lettera all’Ufficio scolastico: «Per quanto riguarda il tempo pieno alla scuola primaria, il serè messo a repentaglio dalla mancanza di personale sufficiente, con alcune classi che saranno costrette a rinunciarvi. Questo, a sua volta, comporterà ulteriori difficoltà per l’organizzazione del trasporto scolastico nell’orario di rientro a casa e disagi per le famiglie e gli studenti». Chiede di «individuare nuove modalità di assegnazione delle supplenze» il parlamentare fiorentino (Iv) Gabriele Toccafondi. «Nei primi giorni di scuola si è registrato un vero e proprio caos nell’assegnazione delle supplenze» denuncia. «In Toscana, dove le supplenze da assegnare erano circa 15.000 e ad oggi sembra siano ancora scoperte almeno 5.500 cattedre». Alle difficoltà quotidiane ieri si sono aggiunte quelle dovute allo sciopero nazionale (che si ripeterà oggi oggi) indetto dai Cobas per denunciare classi pollaio, mancanza di banchi, cattedre vuote. All’elementare Capponi, ieri gli alunni sono stati rimandati a casa. Lo stesso alla media Puccini: «Scuola chiusa causa sciopero» recitava il cartello appeso fuori dall’istituto. «Gli insegnanti c’erano, mancava solo un bidello, è possibile che per una sola persona sia necessario tenere chiusa l’intera scuola?» si chiedono arrabbiati i genitori. «Oltretutto creando fuori dai cancelli più assembramento di quello che c’è già normalmente».