Lauree facili per gli agenti di polizia, l’ex ministro Scotti a rischio processo
Inchiesta Link Campus, il pm: «A giudizio lui e altri 68»
Rischia il processo l’ex ministro democristiano Vincenzo Scotti, presidente della Link Campus University, coinvolto nell’inchiesta sulle lauree facili destinate ai poliziotti iscritti al sindacato Siulp.
Insieme a lui, altre 68 persone tra studenti e docenti, tra cui anche Carlo Cotticelli, ex tesoriere romano del Pd e ora membro dell’assemblea nazionale del partito. Per tutti la Procura ha chiesto il rinvio a giudizio con l’accusa, a vario titolo, di associazione a delinquere finalizzata alla falsità ideologica e materiale. Sono state invece stralciate le posizioni di due indagati.Esami sostenuti con commissioni fantasma o in una stanza del mercato ortofrutticolo, domande anticipate via WhatsApp, crediti regalati per chiudere al più presto il percorso universitario e tesi di laurea copiate da internet. C’è tutto questo nell’inchiesta coordinata dalla pm Christine von Borries. Scotti, ritiene l’accusa, era il regista di tutto il sistema.
Il meccanismo, secondo gli investigatori, era semplice: i poliziotti iscritti al Siulp, oltre alla retta universitaria di 3.500 euro, versavano alla Fondazione Sicurezza e libertà una quota di iscrizione pari a 600 euro che finiva su un conto corrente a San Marino. Il versamento era necessario per partecipare al corso di perfezionamento «Human security», indispensabile per essere dispensati dagli esami del primo anno e passare direttamente al secondo. Un corso però che, per gli inquirenti, era inesistente.
Le accuse Nei guai docenti e studenti. Per la Procura gli esami erano sostenuti con commissioni fantasma o con domande anticipate via WhatsApp