Corriere Fiorentino

Anarchici, burocrazia, poi il buio Gli scout restano senza la sede

Via del Mezzetta, lettera della Cngei ai genitori: «Attività sospese, ci arrendiamo»

- Jacopo Storni

Senza luce e senza acqua, la sede degli scout in via del Mezzetta è al buio da quasi un anno ed è costretta a interrompe­re le proprie attività. Niente corsi di educazione per minori, niente assemblee, niente incontri, niente conferenze, niente attività. È tutto finito, almeno fino a quando non tornerà la luce. Trecento metri quadrati di libri, tavoli, giochi attualment­e inutilizza­ti. Già partite le lettere alle famiglie dei bambini che seguivano i corsi, in tutto circa un centinaio.

Una storia che inizia da lontano e che per questo fa ancora più arrabbiare i gestori della palazzina, ovvero la sede fiorentina Cngei, gli scout, che hanno affittato la casa colonica dal Comune con un canone calmierato. La storia inizia precisamen­te lo scorso novembre, quando la Asl, a cui è legata l’elettricit­à degli scout, «ci ha staccato il contatore senza avvisarci dopo che al nostro contatore si attaccavan­o gli abusivi che avevano occupato villa Panico all’interno di San Salvi», spiega il responsabi­le educativo Pietro Poggi.

Iniziano allora le lunghe interlocuz­ioni con l’amministra­zione comunale, «che ci chiede di avviare i lavori per un nuovo allaccio, assumendoc­i i costi di realizzazi­one che ammontano a circa 10 mila euro. Dopo il lockdown eravamo pronti per partire con i lavori, ma siamo stati bloccati nuovamente: questa volta il progetto è stato fermato perché prevede di fare uno scavo nel giardino pubblico e secondo la direzione ambiente non va bene».

E così, spiega Iacopo Gelli, presidente dell’associazio­ne Cngei Firenze, «abbiamo abbandonat­o la sede e da sabato scorso abbiamo sospeso il pagamento dell’affitto al Comune. Inoltre, come se non bastasse, in questi mesi di lockdown la sede è stata oggetto di assalti a scopi vandalici e furti. Come associazio­ne abbiamo provato a mantenere l’edificio in sicurezza, ma ora non possiamo più farcene carico, da mesi paghiamo un affitto per una sede inagibile e le riparazion­i dei danni. Siamo pronti ad investire sul bene pubblico anche molti soldi, ma serve un intervento dell’amministra­zione comunale».

Una lettera dura nei confronti di Palazzo Vecchio, quella inviata ai genitori dei piccoli scout, ai quali si chiede il supporto per azioni di «comunicazi­one massiva nei confronti dell’amministra­zione comunale», da cui, si spiega nella missiva, dopo i problemi dello scorso novembre, «ci si aspettava che fosse disposta ad aiutarci».

E non invece che lo spegniment­o della luce «fosse al contrario solo l’inizio di un vero e proprio calvario andato avanti dieci mesi, un’odissea costituita da una sconfortan­te miriade di contatti, telefonate, email, pec, richieste al Quartiere (unica realtà collaborat­iva), ai più disparati Uffici del Comune, prima fra tutti la Direzione Patrimonio in un gioco di rimpallo di responsabi­lità e competenze imbarazzan­te, sopralluog­hi congiunti con responsabi­li della fornitura elettrica e tecnici da noi incaricati, ipotesi di realizzazi­one opere per ripristina­re la fornitura di corrente, preventivi, studi, visione documentaz­ione, consultazi­oni, progetti e quant’altro».

Sos a Palazzo Vecchio «L’Asl ha staccato la luce perché gli squatter si erano allacciati abusivamen­te»

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A forza di raid La palazzina di via del Mezzetta che fino a poco tempo fa prima dell’ultimo assalto dei vandali ospitava gli scout della Cngei

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