Vino «reale» che incanta
Esiste una minaccia all’autenticità della cucina nella spettacolarizzazione del cibo, nella velocità dell’immagine sull’assorbimento della sostanza, nella presentazione del piatto che prevale sul gusto degli ingredienti. Poi ci sono le osterie familiari dove si accende il calore umano e si spengono le «macchine di parvenze» come le avrebbe chiamate Tommaso Landolfi.
San Piero è nato intorno al ponte della Sieve di quella via di comunicazione postale che prima col Giogo, poi con la Futa e il Muraglione volute da Leopoldo II ha rappresentato il collegamento attraverso l’Appennino tra Firenze e Bologna. Un paese naturalmente vocato all’ospitalità di una terra profondamente cambiata negli ultimi anni. Il Mugello, da montuoso e inospitale, è diventato un giacimento gastronomico grazie a infrastrutture viarie e
L’Osteria di San Piero si trova a San Piero a Sieve nel Mugello ed è gestita da Luca Pecorini con i figli Lorenzo e Sara
● I piatti Sulla tavola stagione e territorio: tra i piatti cervello al cartoccio, ravioli di erbette all’olio e Parmigiano, tortelli mugellani, lampuga fritta, acciughe marinate e anche le ostriche, in varie tipologie tra gli altri ai cambiamenti climatici. La sorgente Panna, dai Torrigiani alla Nestlé divenuta l’acqua dell’alta ristorazione mondiale; la razza Calvana del vitellone bianco dell’Appennino; i coltelli di Scarperia, fiore all’occhiello dell’artigianalità mugellana; il pinot nero, varietà che predilige i climi più freschi e la vodka biologica Vka da
A sinistra Lorenzo, il figlio di Luca Pecorini grani locali. Dietro queste ultime due novità degli scorsi 1015 anni circa c’è il nome di Luca Pecorini. Veronelliano d’estrazione, anarchico di spirito e laico di credo gastronomico, Pecorini è il palato più autorevole del Mugello e ben oltre questi confini. Le sue esperienze precedenti nella ristorazione non sono quasi mai passate
Villa Capezzana è un’etichetta simbolo dei conti Contini Bonacossi dai 650 ettari a Carmignano. La cantina si trova all’interno del Barco Reale, riserva di caccia di Ferdinando II Lorena dal 1626. Una storia che parte dal bando mediceo, abbastanza profonda da consentire ai fratelli Filippo e Beatrice di intavolare una degustazione di Villa Capezzana dal 1930 a oggi. Struggente. L’assaggio ha consegnato un 2017 oggi sul mercato blend di Sangiovese 80% e Cabernet Sauvignon 20% per il quale è tornata la botte grande e arrivato il certificato bio, pieno di carrube e chiodo di garofano, terroso, fruttato di ciliegia, estratto e spesso, ma anche salino e tostato.