DOPPIO LIVE CON I SUONI RIFLESSI
Dal 4 ottobre all’8 novembre alla Sala Vanni la kermesse di Mario Ancillotti Niente streaming ma orari sdoppiati (alle 11 e alle 17). Guida al programma ricco di proposte originali. Tra gli ospiti Fabio Vacchi e Moni Ovadia
Torna Suoni Riflessi, il festival mai avaro di proposte intelligenti diretto da Mario Ancillotti, affiancato da Matteo Fossi (Sala Vanni, 4 ottobre-8 novembre, www.suoniriflessi.it). Edizione «eroica», riadattata per far fronte alle restrizioni del Covid, con orari sdoppiati per ogni appuntamento (ore 11 e 17), per accogliere il pubblico distanziato, e prenotazione dei biglietti on-line.
«Abbiamo deciso di realizzare questa nuova edizione nonostante le grandi difficoltà e i disagi indotti dalla pandemia. E non volevamo affidarci allo streaming, perché questo è pericolosissimo: snatura il vero significato dello spettacolo dal vivo», ha detto il maestro Ancillotti durante la presentazione del programma. Occasione che ha permesso anche di ascoltare e apprezzare la sbrigliata vitalità del Duo Polaris, sassofono e pianoforte, il vincitore del Concorso Pontillo 2019 promosso da Suoni Riflessi. Il concorso è stato inevitabilmente rimandato all’anno prossimo, ma la programmazione continua ad accogliere una serie di proposte degne d’attenzione per originalità: e i «riflessi» sono stavolta «quelli della vita che torna a manifestarsi attraverso la musica». Ma sono anche gli
Che musica Il festival Suoni Riflessi è alla sua diciottesima edizione e si sdoppierà per rimanere se stesso nonostante le restrizioni antiCovid. Tutte le informazioni si possono trovare sul sito suoniriflessi.it (Accanto l’Ensemble di Suoni Riflessi) avvicinamenti, nel concerto inaugurale con Ancillotti e l’ensemble Suoni Riflessi, di musica e letteratura: la musica di Fabio Vacchi, cinque brani per diversi organici dal titolo Luoghi immaginari, che dialoga con le pagine del romanzo Città invisibili di Calvino.
«Giochi di suggestioni alla ricerca di affinità», così Ancillotti spiega la sua idea, «dove affiora la misteriosa presenza di Venezia, comune a Vacchi e a Calvino, con i suoi profumi orientali e la sua tristezza angosciosa. Vacchi è stato così felice della proposta che ha chiesto di essere lui a leggere le pagine di Calvino». Oltre a Vacchi, l’altra figura di spicco è Moni Ovadia: sarà proprio il celebre e poliedrico artista a raccontare l’Histoire du soldat di Stravinskij, capolavoro sempre attuale, storia di un’umanità «alla continua ricerca di qualcosa, errabonda e profuga, e che trova in Moni Ovadia la sua incarnazione ideale».
Ed è ancora l’attualità che torna, potente e tragica, nello spettacolo di teatro musicale A tutte le donne: l’orrore della violenza di genere, vissuta attraverso i sentimenti di colpa, di pietà, di speranza, così come li raccontano le parole di Mariangela Gualtieri, Shakespeare, Alda Merini, intrecciate alla musica di Bach, Bartok, Magini (prima assoluta). Ci sono poi un omaggio a Farulli, con giovani formati alla sua Scuola di Fiesole (come il Quartetto Shabourouz), e un