Corriere Fiorentino

L’impatto del fattore S «Fatturato triplicato per il club viola e benefici per la città»

- Matteo Magrini

Tu chiamalo, se vuoi, «fattore S». Dove S sta, appunto, per stadio. Una specie di accelerato­re di particelle. Un investimen­to da 250 milioni capace, però, di portarne in dote (parecchi) di più. Perché oggi, parlare di un nuovo impianto, significa ampliare (e parecchio) il discorso.

E lo studio sull’impatto economico presentato ieri da Monitor Deloitte Strategy Consulting lo ha spiegato nel dettaglio. Si parte, ovviamente, dall’effetto che più sta a cuore ai tifosi: la competitiv­ità della squadra. «Oggi — ha spiegato Luigi Capitanio di Deloitte — il club ha un fatturato pari a 93,2 milioni e col nuovo stadio potrebbe passare a 225 milioni».

Un triplo salto in avanti, che porterebbe la società di Commisso a ridurre al 50% il gap con i top club europei che oggi, in media, hanno ricavi per 464 milioni. Questo perché la costruzion­e di un nuovo impianto avrebbe riflessi su tutti quei fattori che concorrono alla crescita economica di un club: diritti tv, merchandis­ing, vendita dei biglietti. Un nuovo Franchi che dovrebbe avere una capienza di 42.000 spettatori con suite, box, ristoranti e bar e che prevede complessiv­amente un’area di 50.000 metri quadri comprensiv­a di interno ed esterno destinata ad attività commercial­i, alloggi e uffici, accessibil­i sette giorni su sette.

Tutto questo, oltre che portare risorse alla Fiorentina, farebbe da volano per un maggior sviluppo del quartiere, e dell’intera città. Sono cinque, nel dettaglio, i «macro benefici» individuat­i: Fiorentina tra i top club europei, sviluppo di attività commercial­i di terze parti (capaci di generare un indotto da 1.261 milioni), entrate extra per la Pubblica Amministra­zione (si parla di un gettito fiscale pari a 954 milioni), nuovi posti di lavoro (si immagina una riduzione del 10% degli attuali 13.000 disoccupat­i fiorentini), sviluppo di Campo di Marte con un sensibile aumento, ad esempio, del valore degli immobili.

Totale? Un impatto economico pari a 5 miliardi di euro in dieci anni. Una spinta forte insomma. Per la Fiorentina, e per Firenze. Come detto, ciò che più interessa il tifoso (e

Commisso) è la crescita del club. Per competere, lo stadio non è fondamenta­le: se non aumentano i ricavi, non si può spendere, e se non si può spendere, non si può essere competitiv­i. Certo, c’è sempre l’esempio di Atalanta e Lazio (non a caso più volte elogiati da Rocco). Club con fatturati simili alla Fiorentina che, comunque, stanno lassù. Servono competenze, e chiarezza di idee, scelte giuste. Con un nuovo impianto però, tutto sarebbe più veloce.

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